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Il Premio Broglio rilancia lo spazio come leva di sviluppo e sicurezza

Alla Camera il Premio Luigi Broglio ha unito memoria e strategia, rilanciando lo spazio come infrastruttura chiave per l’Italia. Tra richiami all’eredità del padre del programma San Marco e impegni del governo, l’evento ha messo al centro industria, sicurezza, cooperazione internazionale e sostenibilità. Un confronto tra istituzioni, imprese e ricerca che fotografa la space economy come leva politica e industriale ormai strutturale

Nel solco di una tradizione che intreccia memoria scientifica e visione strategica, il Premio Luigi Broglio è tornato alla Camera dei deputati come luogo di sintesi tra istituzioni, industria e ricerca. Non è stato solo un appuntamento celebrativo, ma un momento in cui il passato dell’astronautica italiana diventa chiave di lettura per un presente segnato da competizione globale, sicurezza e sviluppo tecnologico.

La figura di Broglio, padre del programma San Marco, ha fatto da filo conduttore a una riflessione che coinvolge Parlamento e governo, mentre la space economy entra stabilmente nell’agenda politica come infrastruttura critica per il Paese. L’evento è stato moderato da Flavia Giacobbe, direttore di Formiche/Airpress.

L’eredità di Broglio come bussola per il presente

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati, ha inaugurato i lavori richiamando l’attenzione sul significato profondo dell’eredità di Broglio. Lo ha definito “un genio che non è stato ancora valutato per quello che ha fatto”, e ha sottolineato come sia necessario restituirgli piena centralità nel racconto nazionale, perché “bisognerà parlare di ciò che ha significato Luigi Broglio per l’Italia”. In questo quadro, la sua figura diventa anche un metodo, evocato dall’immagine che Mulè indica come bussola per il presente, “al di là della nebbia c’è il sole e verso il sole bisogna andare”, un invito a guardare oltre l’incertezza con visione e continuità.

Lo spazio al centro della strategia industriale

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, oltre ad aver ricevuto il premio, ha collocato lo spazio dentro una strategia industriale e geopolitica esplicita. Rivendicando l’azione del governo, ha spiegato che “noi ci siamo fatti carico di questo sin dall’inizio della legislatura” e ha ribadito che “lo spazio è una dimensione che unisce l’Italia”, superando confini territoriali e settoriali. Le parole si traducono in scelte operative quando ha affermato che “abbiamo utilizzato a pieno le risorse del Pnrr” nella costruzione di un sistema produttivo articolato, “creando quattro space factory a Torino, a Milano, a Roma e a Bari”, sostenute da un impegno complessivo di 7,2 miliardi di euro. Sul piano internazionale ha ribadito che “gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato”.

Lo spazio come fattore strutturale di economia e sicurezza

Ha riportato il discorso su una dimensione concreta dello spazio nella vita quotidiana, Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la space economy, promotore dell’evento insieme a InRete e al Centro studi per lo sviluppo sostenibile,  sottolineando come “nella nostra vita lo spazio ormai è diventato qualcosa di indispensabile di cui non possiamo fare meno”. Ha richiamato servizi, infrastrutture e applicazioni che incidono direttamente sull’economia e sulla sicurezza. Il suo intervento ha rimarcato insieme la necessità di politiche pubbliche attente e la consapevolezza che la space economy non è più un settore di nicchia, ma un fattore strutturale di sviluppo.

Il ruolo delle grandi imprese tra visione industriale e lungo periodo

Giuseppe Zafarana, presidente di Eni, ha legato il richiamo alla figura di Broglio alla responsabilità delle grandi imprese strategiche. La sua presenza assume il valore di un impegno che guarda al lungo periodo, spiegando come la sua presenza sia “un po’ uno stimolo o una sollecitazione a impegnarsi sempre”. In questo quadro lo spazio emerge come ambito in cui industria, energia e tecnologia avanzata si intrecciano, richiedendo visione industriale e capacità di investimento.

Spazio e sostenibilità, una responsabilità anche etica

Il concetto di traiettoria di sostenibilità e seno pubblico è stato portato al centro da Maria Elena Polidoro, presidente del Centro studi per lo sviluppo sostenibile, sottolineando che “siamo convinti proprio che la stessa economy ci garantirà in futuro uno sviluppo sostenibile” e ha affidato la chiusura alle parole di Broglio, “tutto quello che ho fatto ho sempre cercato di farlo pensando al bene degli altri”, restituendo allo spazio una dimensione etica oltre che tecnologica.

Un premio che racconta l’intero ecosistema spaziale italiano

Il premio è stato consegnato a figure che rappresentano l’intero ecosistema spaziale italiano.

Partendo da Giovanni Caprara, giornalista scientifico e storico dello spazio, premiato per il suo contributo alla divulgazione e alla memoria del settore, con il riconoscimento consegnato dall’ambasciatore del Kenya in Italia Fredrick L. Matwang’a. Oscar Pozzobon, co-fondatore e ceo di Quascom, ha ricevuto il premio per il suo ruolo nello sviluppo tecnologico.

Successivamente, dal presidente di Eni ha ricevuto il premio Franco Federici, consigliere militare del Presidente del Consiglio. Il percorso è proseguito con Marta Meli, giornalista e caporedattrice centrale di SkyTg24, che cura l’approfondimento Countdown dedicato alle orbite, premiata per la capacità di rendere lo spazio un tema accessibile al grande pubblico.

A seguire Jacopo Paoli, comandante del Gias, il Gruppo ingegneria per l’aerospazio del Reparto sperimentale di volo, riconosciuto per il contributo operativo e tecnologico nel settore della sperimentazione aerospaziale. Augusto Cramarossa, responsabile dell’area strategica dell’Agenzia spaziale italiana, ha ricevuto il premio da Marta Costanzo Youth, vice ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, a testimonianza del legame tra cooperazione internazionale e pianificazione strategica. Paolo De Bernardis, astronomo di rilievo internazionale, è stato premiato dal presidente della commissione Cultura e Scienze della Camera dei deputati Federico Mollicone, in un passaggio che ha unito ricerca scientifica e istituzioni parlamentari.

Il presidente dell’Asi Teodoro Valente ha poi consegnato il riconoscimento a Filippo Graziani, che ha guidato per molti anni la Scuola di Ingegneria aerospaziale, contribuendo alla formazione di intere generazioni di ingegneri. Mauro Lunardi, generale di squadra aerea e capo ufficio generale del Centro di Responsabilità amministrativa dell’Aeronautica militare, ha premiato Mauro Balduccini, managing director di MaBaconsulting S.r.l., per il lavoro di integrazione tra competenze tecniche e visione industriale. Infine Walter Villadei, astronauta e colonnello dell’Aeronautica militare, ha consegnato il premio a Emilio Cozzi, giornalista, autore e divulgatore, chiudendo la cerimonia nel segno del racconto e della cultura dello spazio come patrimonio condiviso.


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