Sono passati 38 anni dalla strage della stazione di Bologna, quando una bomba scoppiò nella sala d’aspetto alle 10.25 uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200. Nella giornata di oggi si è tenuta la commemorazione delle vittime a cui hanno partecipato il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il presidente della Camera Roberto Fico.
“Sono trascorsi trentotto anni dalla tremenda Strage di Bologna – ha scritto in un messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che straziò 85 vite innocenti, con indicibili sofferenze in tante famiglie, ferendo in profondità la coscienza del nostro popolo. Il tempo non offusca la memoria di quell’attentato, disumano ed eversivo, che rappresentò il culmine di una strategia terroristica volta a destabilizzare la convivenza civile e, con essa, l’ordinamento democratico fondato sulla Costituzione. L’orologio della stazione, fissato sulle 10 e 25, è divenuto simbolo di questa memoria viva, di un dovere morale di vigilanza che è parte del nostro essere cittadini, di una incessante ricerca della verità che non si fermerà davanti alle opacità rimaste. Fu un’esplosione devastante, per la città di Bologna e per l’intera Repubblica. Morirono donne e uomini, bambini e adulti. Bologna e l’Italia seppero reagire, mostrando anzitutto quei principi di solidarietà radicati nella nostra storia. Il popolo italiano seppe unire le forze contro la barbarie. Di fronte alle minacce più gravi, le risorse sane e vitali del Paese sono sempre state capaci di riconoscere il bene comune: questa lezione non va dimenticata. I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare. L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia. L’azione generosa che l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage ha svolto negli anni, e continua a svolgere, costituisce una preziosa energia che riesce a propagarsi nella società e nelle istituzioni. Desidero rinnovare il mio sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime e rivolgo un ringraziamento ai bolognesi e a tutti coloro che continuano a onorare il ricordo delle vittime con civismo e passione democratica. Proprio il senso di comunità, che i terroristi volevano spezzare, è la garanzia che non prevarrà la cultura di morte”.
Condannati per la strage, dopo molti anni, furono Valerio Fioravanti e Francesca Mambro “come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna” e per aver “fatto parte del gruppo che sicuramente quell’atto aveva organizzato”. I due sono stati fotografati in diverse occasioni, in quanto legati all’associazione “Nessuno tocchi Caino” dei Radicali.
Nel 2015, in occasione della presentazione del rapporto annuale sulla pena di morte, Pizzi ricordava: “Durante la presentazione del rapporto c’erano Valerio ‘Giusva’ Fioravanti (ha lavorato in stato di semilibertà per la Ong dal 1999, nda) e Francesca Mambro. Lo sai chi sono? – ha domandato Pizzi – Quelli della strage della Stazione di Bologna. Mambro non voleva farsi fotografare, ma io le ho scattato lo stesso delle foto, e così anche a lui”. “Il due agosto ricorre il 35esimo anniversario dalla strage e loro due se ne stanno in giro, hanno una famiglia, mentre le vittime e le famiglie delle vittime non hanno avuto nessuna giustizia”.
Ecco, allora, una serie di foto di Umberto Pizzi.
(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata