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Tap, Ilva e braccianti. Ora vi racconto l’altra Puglia, oltre le polemiche

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La tragica scomparsa, negli incidenti sui pulmini di trasporto, di sedici braccianti impegnati in Capitanata nella raccolta del pomodoro e le lunghe, complesse e sofferte vicende della Xilella, dell’Ilva e della Tap stanno da tempo calamitando o rinnovando l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale sulla Puglia, e più in particolare su zone e piantagioni pregiate della sua agricoltura, sul Siderurgico ionico e su una infrastruttura in costruzione: tutti elementi che suscitano accesi dibattiti e generano dinamiche socioeconomiche molto intense.

Sono problematiche, quelle appena richiamate, su cui massimi devono continuare a restare l’attenzione e gli impegni operativi di Istituzioni, sindacati, amministratori locali, partiti, associazioni del volontariato, per addivenire sui diversi fronti – possibilmente senza inutili declamazioni propagandistiche – alle migliori soluzioni ‘di civiltà’ e senza ostacolare grandi opere in corso che sono di valenza strategica per il nostro Paese.

Ora, se quanto appena ricordato è fin troppo noto da tempo, sarebbe tuttavia profondamente errato derivarne l’opinione che la regione sia segnata soltanto, o almeno in prevalenza, da gravi negatività o da questioni irrisolte o peggio irrisolvibili. Invece negli ultimi mesi sono state tante, e questa volta molto positive, le notizie giunte da diverse zone che hanno riguardato medie e grandi industrie, ma anche numerose piccole aziende, specifici cluster manifatturieri, prodotti agricoli poco noti e financo la prima società calcistica del capoluogo regionale.

Insomma, l’immagine della Puglia non è in alcun modo riducibile a quella di una terra segnata da fattori pesantemente negativi che così starebbe vivendo “un’estate rovente”, come ha scritto un autorevole quotidiano economico nazionale: non è così, e dovremmo opporci in tanti a questa funesta rappresentazione, anche in vista dell’istituzione delle Zone economiche speciali nelle quali si dovrà puntare ad attrarre investimenti di imprese del Nord o estere, che certo non avrebbero alcun interesse a localizzarsi in luoghi descritti o percepiti come poveri, desolati e irrimediabilmente compromessi sotto il profilo ambientale ed economico.

Allora passiamole in rassegna alcune delle notizie positive riguardanti imprese e settori produttivi regionali. Alla Fpt di Foggia – ove si stanno realizzando ulteriori investimenti per 21 milioni – sono previste circa 150 nuove assunzioni, di cui 73 entro fine agosto, con un ingresso in azienda di 50 nuovi interinali: lo stabilimento supererà così i 2.000 addetti.

A Barletta la Cofra di Giuseppe Cortellino con i suoi 2.400 occupati – fra i 400 in Puglia e i 2.000 in Albania – nel 2017 ha toccato un fatturato di 124 milioni di euro, rispetto ai 106 del 2016, confermandosi con un suo competitor piemontese una delle due imprese leader in Italia nelle safety shoes, calzature da lavoro.

A Rutigliano la Carton Pack, impresa dei fratelli Leone operante nel settore degli imballaggi per ortofrutta con un fatturato di circa 80 milioni nel 2017, ha annunciato nelle scorse settimane l’ingresso come azionista di maggioranza del fondo 21 Investimenti III, fondato e guidato da Alessandro Benetton che punta a rafforzarla sui mercati esteri.

La Natuzzi, a sua volta, con una quota del 49% ha costituito una joint-venture con i Cinesi di Kuka per la vendita nel loro Paese in negozi monomarca dei prodotti con marchio Natuzzi Italia e Natuzzi Editions. La Ladisa di Bari – fra le aziende leader nella ristorazione sul mercato nazionale – dopo aver chiuso il 2017 con un fatturato di circa 120 milioni, in raggruppamento con altre imprese si è appena aggiudicata 6 dei 10 lotti della maxigara bandita dal Ministero della Difesa per la preparazione e la somministrazione per un triennio di pasti a caserme di Esercito, Marina ed Aeronautica. Alla Magneti Marelli nella zona industriale barese crescono, permettendo nuove assunzioni, i volumi di produzione dei componenti elettronici per i motori ibridi che vi si costruiscono, destinati ai nuovi Ram 1500, i nuovi pick up lanciati sul mercato dalla Fca poche settimane orsono.

Anche alla Getrag, completato l’investimento di 98,5 milioni di euro cofinanzato dalla Regione con un contratto di programma per circa 17,7 milioni di euro, sono entrati in produzione i nuovi assunti. Alla Bridgestone poi – che i Giapponesi volevano dismettere nel marzo del 2013 e che, com’è noto, è stata salvata grazie all’impegno di Sindacati, Governo, Istituzioni locali, della stessa società e ai duri sacrifici delle maestranze, il fatturato è salito dai 76 milioni del 2016 ai 94 del 2017 e gli occupati da 582 a 668. Invece la multinazionale farmaceutica tedesca Merck nel suo sito di Bari sta realizzando un altro investimento di 35 milioni per una nuova linea di produzione di farmaci iniettabili che si aggiunge a quella automatizzata realizzata nel 2014 investendo 50 milioni.

Il Gruppo Mermec, controllato dalla Angel di Vito Pertosa, ha appena acquisito le attività della Vitrociset che afferiscono alle aree strategiche di spazio, trasporti, infrastrutture e cyber security: altri asset invece della stessa società sono stati acquisiti dalla Fincantieri. Le tecnologie acquisite dalla società monopolitana sono sinergiche con quelle sviluppate nel mondo dal Gruppo Angel che produce per il comparto spaziale satelliti tramite la Sitael, sita a Mola di Bari, che ha recentemente firmato due importanti accordi strategici con le società Virgin orbit e Virgin Galacti del Gruppo statunitense Virgin attive nello stesso settore.

A Brindisi la Versalis controllata dall’Eni ha annunciato investimenti per una nuova torcia nel suo sito, mentre la multinazionale Avio-Aero – prima industria locale del settore aeronautico per numero di occupati, superiore a 700 unità – ha trasformato dal 1° luglio scorso 43 assunzioni a tempo indeterminato, altre 4 le ha fatte dal 1 agosto, mentre confermerà 36 occupati a tempo determinato sino alla fine di dicembre. Sempre a Brindisi l’azienda chimica Ipem è passata dai 91 milioni di fatturato del 2016 ai 105 dell’anno successivo, mentre nella stessa zona industriale, la SRB a sua volta ha aumentato i ricavi da 107 milioni del 2016 a 111 nel 2017.

Nel Salento il tessile-abbigliamento-calzaturiero sta consolidando la sua rinascita grazie alle performance produttive e di fatturati, fra le altre, delle aziende di Luciano Barbetta – salita dai 21 milioni di fatturato del 2016 ai 32 del 2017 – della calzaturiera Leo Shoes, passata dai 59 milioni del 2016 ai 62 dell’anno scorso e della Italian Fashion Team, anch’essa calzaturiera, in crescita nello stesso biennio da 5 a 12 milioni di ricavi. Ma anche altre aziende salentine hanno visto aumentare i loro fatturati, come la Lasim che lo scorso anno ha incrementato gli 80 milioni del 2016, la Ecomet – salita da 18 a 25 milioni dal 2016 al 2017 – la Alcar, passata da 28 a 45 milioni negli stessi anni, la Fonderia De Riccardis da 12 a 13 e la Alpack da 22 a 24.

Nel Tarantino il gruppo Serveco, attivo da anni nel comparto ecologico ma con significative diversificazioni in altri settori, è entrato in una nuova area di business costituita dalla produzione di legumi di alta qualità aggregando sulla Murgia molti produttori e numerosi Comuni che li coltivano. La Progeva di Laterza – che gestisce uno degli impianti di compostaggio più importanti dell’Italia centro-meridionale con una capacità autorizzata di 45mila tonnellate all’anno di prodotto – sotto la guida dalla dottoressa Lella Miccolis sta qualificando sempre di più le sue linee operative, mentre a Martina Franca la Confezioni Lerario, impresa leader nel settore dei capispalla di alta qualità, ha aumentato ancora lo scorso anno i suoi ricavi attestati nel 2016 su 23 milioni.

La Comes, qualificata impresa elettromeccanica guidata da Enzo Cesareo presidente di Confindustria di Taranto sta continuando a diversificare mercati, servizi e prodotti, avviando fra l’altro un impianto per la produzione di idrogeno.

Allora, come è evidente dalla pur sommaria panoramica appena compiuta, lo scenario di larga parte dell’industria regionale in tutte le province è in forte movimento grazie ad investimenti per innovazioni di prodotti e processi, collaborazioni con imprese estere, acquisizioni compiute da rinomati fondi di investimento, nuove alleanze per più ampi sbocchi di mercato.

E la Regione con i suoi pacchetti di agevolazioni costituite da contratti di programma e Pia sta contribuendo in misura decisiva a tali processi. Si consideri, al riguardo, che dal maggio 2015 al maggio di quest’anno sono pervenute 41 domande di accesso a contratti di programma per 900 milioni di investimenti complessivi, di cui 300 costituiti dal sostegno regionale; il 40% dei piani di investimento riguarda innovazioni di processo e di prodotto e la ricerca industriale. Oltre il 50 % degli investimenti previsti inoltre, o già in corso, riguarda grandi imprese estere fra le quali spiccano la francese Sanofi e l’indiana Jindal.

Allora ben lungi dall’essere una regione segnata soltanto da criticità negative pure esistenti, è possibile tuttavia affermare che in Puglia in larga parte del suo sistema industriale vi sono tutte le condizioni favorevoli per compiere nuovi balzi in avanti sui sentieri della crescita, dal momento che bisogna affrontare concorrenze nazionali ed estere sempre più agguerrite e temibili.


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