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Robot e intelligenza artificiale. Il futuro del lavoro secondo gli italiani (Swg)

cdp, distretti

Robot, intelligenza artificiale, automazione. La quarta rivoluzione industriale è ormai iniziata, l’applicazione delle nuove tecnologie e il cambiamento della società modificheranno il mondo del lavoro. Ma cosa pensano i cittadini di questa rivoluzione? Gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione vengono percepiti come una risorsa o come una minaccia? E ancora, sarà possibile arginare il potere delle multinazionali che di queste tecnologie fanno uso? A chiederlo agli italiani è stata l’Istituto di ricerca Swg in uno speciale sulla società 4.0. Tra le risposte, una visione solo parzialmente ottimistica: a giovare di queste innovazioni saranno maggiormente le multinazionali e – in generale – i datori di lavoro, mentre per i lavoratori potrebbe migliorare la qualità del lavoro svolto ma non gli stipendi.

PRODUTTIVITÀ E POSTI DI LAVORO

A cosa porterà il processo – sempre più pervasivo – di introduzione dei robot e dell’intelligenza artificiale nelle imprese? Secondo gli intervistati, il maggiore impatto sarà proprio per le imprese, che vedranno un aumento dei profitti (72%), poi seguito da una consapevolezza sugli effetti sui posti di lavoro: secondo il 70% degli intervistati ci sarà una perdita di posti di lavoro per le persone a bassa professionalità, sostituite dai robot. Ad un aumento della produttività (67%) corrisponderà anche la riduzione della fatica per i lavoratori (62%) e un miglioramento compressivo della qualità del lavoro nelle imprese. Se da una parte si percepisce che i lavori a bassa professionalità verranno sempre più sostituiti dai processi automatici, il 52% degli intervistati pensa che ci sarà un aumento delle opportunità per le persona qualificate. Solo il 19% degli intervistati, però. crede che tutti questi cambiamenti porteranno anche un aumento degli stipendi per i lavoratori.

IL POTERE DELLE MULTINAZIONALI

Nella generale percezione di rischi e possibilità, si registra la forte convinzione che la rivoluzione industriale porterà allo strapotere delle multinazionali, alla concentrazione del potere in sempre meno mani, alla riduzione dei posti di lavoro con l’iper concorrenza tra le persone e a una società con più disuguaglianze: i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Una visione quasi distopica, certamente non ottimistica, del futuro del lavoro, che avrà effetti nella società in termini negativi.

COSA È IMPORTANTE PER I CITTADINI

Ad essere importante per l’economia futura, allora, è per i cittadini il benessere lavorativo (76%), il pensare alle persone e non solo ai profitti (75%), il coinvolgimento dei lavoratori nella vita d’impresa (72%), il senso etico sommato al rispetto e alla tutela dei valori etico-sociali (71%) e lo sviluppo economico che pone obiettivi collettivi al di sopra dell’individualismo (65%). C’è, insomma, la percezione che nel futuro del lavoro sempre più automatizzato e permeato dalle nuove tecnologie, debba avere una parte importante la tutela dei lavoratori, non lasciando in mano il processo evolutivo solo alle imprese e alle multinazionali.

UNO SGUARDO AL FUTURO

Poco ottimismo anche rispetto al futuro della società con l’avvento della quarta rivoluzione industriale. Secondo gli intervistati, sarà una società meno libera e con una peggiore qualità del lavoro, la ricchezza sarà concentrata su poche mani e le opportunità si restringeranno. La vita, insomma, sarà sempre più difficile.



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