Una tempesta in un bicchiere d’acqua. Così potremmo definire alcune polemiche che sono rimbalzate fra social media ed alcuni quotidiani e che in qualche modo ha riguardato Formiche ed una iniziativa organizzata da noi e ospitata presso una sala del Senato. L’evento, dal titolo “Global health: Italia driver di best practice”, è stata organizzato dalla nostra rivista e, avendo avuto la collaborazione di Gsk, azienda leader nel settore a livello globale, abbiamo preferito dichiararla con grande trasparenza. Si è trattato in ogni caso di un evento di cui abbiamo avuto la piena titolarità, che rivendichiamo con orgoglio.
Come è ovvio, l’obiettivo non era e non è quello di sostenere o contrastare il governo sulle sue politiche nazionali in materia di salute (vedi il decreto Lorenzin sui vaccini e possibili modifiche). Il nostro auspicio era quello di avere ospiti di inconfutabile riconoscibilità internazionale per evidenziare punti a nostro avviso fondamentali e poco valorizzati nel dibattito.
Se oggi il fenomeno migratorio ha “soltanto ” impatti sociali e di ordine pubblico e non è anche una emergenza sanitaria, questo è conseguenza delle innovazioni scientifiche che hanno consentito una profilassi tempestiva.
Peraltro, nel corso dell’incontro si è anche potuto menzionare lo straordinario successo ottenuto sul fronte della lotta preventiva alla tubercolosi. Si tratta, a ben vedere, di traguardi tanto più importanti quanto conseguiti grazie al lavoro che viene svolto proprio nel nostro Paese, sia sul piano delle policy che su quello della ricerca scientifica.
Per concludere, il nostro interesse culturale è quello di valorizzare un patrimonio, quello italiano, che riguarda tutti senza distinzione fra maggioranza e opposizione. Nel momento in cui, giustamente, il governo chiama a raccolta le imprese per chiedere di aumentare i loro investimenti, vale la pena evidenziare come l’industria farmaceutica italiana – sia a capitale nazionale sia straniero – rappresenti una inestimabile fonte di opportunità, anche per la salute della nostra economia. Le conclusioni dell’evento, svolte con competenza dal sottosegretario al Mise Michele Geraci, lo hanno ben confermato.
Cosa fare, invece, delle vaccinazioni in Italia, è un tema che lasciamo, con rispetto, al dibattito parlamentare e anche alla legittima manifestazione di opinioni diverse comprese naturalmente quelle espresse da comitati come Libera Scelta. Riportare il confronto al merito delle questioni affrontate senza aver paura di un logo (in questo caso di una primaria azienda farmaceutica) è un auspicio che non smetteremo mai di far nostro.