Non cederanno sulla strategia di “mano dura” contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela. I ministri degli Affari esteri dell’Unione europea hanno discusso sulla crisi del Paese sudamericano e gli effetti della migrazione durante la riunione di lunedì a Lussemburgo. Tuttavia, si sono detti disponibili ad aprire un nuovo processo di dialogo tra l’opposizione venezuelana e il governo.
L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha ribadito che non ci sarà nessun tipo di marcia indietro sulla posizione rispetto al Venezuela, ma questo non esclude la possibilità di dialogo: “Non ci sono le condizioni per una mediazione e per il dialogo in Venezuela, ma siamo disposti ad esplorare le possibilità per creare un gruppo di contatto e verificare se ci sono le condizioni per un processo politico che porti ad una soluzione democratica”.
L’obiettivo, secondo Mogherini, è quello di cercare una forma per restare “in contatto con tutte le parti coinvolte”, tanto il governo di Nicolás Maduro, come l’opposizione e altri attori regionali e internazionali. Nonostante questa nuova apertura, il capo della diplomazia europea ha confermato che l’Ue si manterrà la “dura posizione sulla crisi politica” del Venezuela.
Il vicepresidente della sottocommissione di Diritti Umani del Parlamento europeo, Beatriz Becerra, ha dichiarato all’uscita dell’incontro che non esistono le condizioni minime per iniziare un dialogo con il regime di Maduro. Su Twitter ha scritto che “si manterranno le sanzioni e si sosterrà all’opposizione democratica del Venezuela”.
Intanto, ora l’incognita resta su chi guiderà il “gruppo di contatto”. La Spagna rimane in prima fila, ma l’impegno di José Luis Rodríguez Zapatero come mediatore a Caracas continua ad essere questionato. Dopo le dichiarazioni dell’ex premier spagnolo nelle quali ha sostenuto che la mancanza di cibo e medicine in Venezuela è il risultato delle sanzioni internazionali dell’Ue e gli Stati Uniti contro i venezuelani, arriva anche l’accusa di un ex leader del chavismo.
L’ex ministro di Energia ed ex presidente di de Petróleos de Venezuela, Rafael Ramírez, ha dichiarato “Zapatero ha progetti nella Faja petrolifera dell’Orinoco. È per questo che difende la democrazia e il dialogo in Venezuela”. In un’intervista al sito Noticiero Digital, Ramírez ha spiegato che da anni Zapatero rappresenta alla famiglia spagnola Cortina in molti affari petroliferi. Alfonso Cortina, ex presidente di Repsol, sarebbe alla guida di Inversiones Petroleras Iberoamericanas, un’impresa che ha ottenuto una concessione petrolifera al sud del Venezuela. L’affare sarebbe in una riserva con capacità di produrre circa 10 miliardi di barile di petrolio.