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Salvini perde il match sulla Via della Seta e Conte si allinea a Di Maio

salvini, Lega

Al penultimo round nel braccio di ferro tra Salvini e Di Maio è il premier leghista ad uscirne con le ossa rotte. A pochi giorni dalla visita del presidente cinese Xi Jinping, il premier Conte e il vicepremier M5S riescono a spuntarla: la firma del Memorandum ci sarà e senza modifiche – come pervicacemente fanno filtrare ai media le fonti grilline.

Se sulla Tav Conte ha mediato con un artificio lessicale, sulla Via della Seta il presidente del Consiglio si è completamente schiacciato sulla posizione di Luigi Di Maio.

“Rafforzeremo la golden power per rafforzare gli interessi nazionali – ha detto dopo il vertice a Chigi il premier – quando abbiamo lo stesso obiettivo non è difficile trovare un accordo. Delle volte si può ragionare sulle misure più idonee per raggiungere un obiettivo ma poi alla fine si converge”. Un modo per dare a Salvini la chance di non ammettere una sconfitta, ma la realtà è ben diversa. Senza modifiche al Memorandum significa che ogni settore potrà essere messo in mani cinesi: nel testo c’è un riferimento alle Telecomunicazioni, ma soprattutto ai porti, lì dove spetterebbe comunque alla presidenza del consiglio di poter avocare a sé la golden power per tenere lontani da minacce alla sicurezza gli asset strategici del Paese.

L’accordo si farà, ora resta da capire se gli Usa reagiranno alle determinazioni di Roma di fare da apripista alla Belt and Road cinese. I primi commenti non sono positivi. “La Cina sembra credere che l’Italia sia economicamente vulnerabile o politicamente manipolabile per questo spinge perché il governo firmi il memorandum d’intesa sulla Via della Seta”- ha detto in una dichiarazione alla Dpa il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Garrett Marquis. I primi segnali arrivati da Washington non inducono all’ottimismo sul prosieguo senza intoppi dell’alleanza con gli Usa. Cosa accadrà lo si capirà a fine mese quando il vicepremier che tanto ha insistito per aprire alla Cina, Luigi Di Maio, volerà verso la capitale Usa. Già se saltasse all’ultimo momento questa visita programmata da tempo offrirebbe lo scenario in cui, di qui in avanti, ha deciso di mettersi il governo italiano. Per ora, in attesa dell’ultimo round con la sigla delle firme sul Memorandum, ai punti Di Maio batte Salvini e Conte si schiera con il primo.


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