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Il rapporto di Mueller è pronto. Dopo due anni il Russiagate è a un punto di svolta

Dopo due anni di indagini (e polemiche) sulle interferenze di Mosca nelle presidenziali Usa, l’indagine sul cosiddetto Russiagate – condotta dal procuratore speciale Robert Mueller – è giunta a un punto di svolta.

IL DOSSIER

Il dossier – racconta la stampa d’oltreoceano, qui il Washington Post – è stato consegnato al procuratore generale (il ministro della Giustizia) William Barr che si è riservato di valutarlo e stabilire se e con quali modalità renderlo pubblico. Lo stesso ha fatto sapere ai leader del Congresso che potrebbe comunicare loro le principali conclusioni già questo fine settimana.

CHE COSA SI SA

Per il momento si conosce poco (o nulla) del contenuto dell’atteso documento, ancora ‘segreto’ e visto da pochissimi funzionari, che conclude un lungo periodo di inchiesta – 22 mesi – per stabilire se il presidente statunitense Donald Trump, o suoi collaboratori, abbiano cospirato nell’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016 ai danni della candidata avversaria, la democratica Hillary Clinton.
Di certo c’è che non sono previsti ulteriori rinvii a giudizio nell’ambit dell’indagine. E che Mueller, ha detto ai media americani il suo portavoce Peter Carr, non rilascerà alcuna dichiarazione oggi.

LA REAZIONE DELLA CASA BIANCA

Dalla Casa Bianca, la portavoce Sarah Sanders ha fatto sapere che “i prossimi passi dipendono dal procuratore generale e aspettiamo con ansia che il processo segua il suo corso”.

IL PRESSING DEI DEMOCRATICI

Nel frattempo non si arresta il pressing dei democratici, che reclamano la pubblicazione integrale ed immediata del rapporto. “Siamo ansiosi di ottenere il rapporto completo”, ha dichiarato via Twitter il dem Jerry Nadler, presidente della commissione Giustizia della Camera. Dello stesso tono le esternazioni di altri parlamentari del partito dell’Asinello, compresi i candidati alla presidenza Cory Booker ed Elizabeth Warren.
Mentre sullo stesso social media, la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha ‘cinguettato’: “Alla Casa Bianca non sia consentito di interferire. Gli americani hanno il diritto di conoscere la verità”.



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