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Le preoccupazioni di Visco per l’azione dei guastatori e il sostegno di Mattarella

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Le grandi manovre intorno al sistema bancario italiano hanno conosciuto, almeno così si spera, un primo momento di tregua. Il problema è capire fino a quando o se durerà. O se non saranno necessari altri interventi. Che sono, tuttavia, difficili da individuare, visto che sulla vicenda si sono, ormai, spesi i massimi vertici della Banca d’Italia, ottenendo il consenso del Presidente della Repubblica. Quest’ultimo, in particolare, messa da parte ogni tradizionale riservatezza, ha voluto rimarcare, quasi pubblicamente, la necessità di non ritardare ulteriormente scelte che sono indispensabili, in un momento così difficile per la vita economica del Paese, per dare quel minimo di certezza istituzionale, che l’attivismo dei 5 stelle ha più volte travolto.

Non si dovrebbe quindi più ripetere (altra speranza) un caso Signorini. Quella nomina bloccata, appunto dai 5 stelle, per ritardare il rinnovo del direttorio della Banca d’Italia, nella speranza di imporre una non meglio definita discontinuità. Tesi di difficile lettura. Tanto che vi fu chi (Marco Cecchini, Il Foglio dello scorso 11 febbraio) ipotizzò l’avvio di un vero e proprio dialogo sottotraccia, che avrebbe potuto portare alla nomina di Piero Cipollone. Una lunga carriera in Banca d’Italia, quindi direttore esecutivo della Banca mondiale, ed alla fine Capo del Servizio Pianificazione e controllo sempre di Via Nazionale. Ora consigliere economico, molto apprezzato, del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quindi, in pole position, considerando la filosofia che ispira Stefano Buffagni, il responsabile nomine dei 5 stelle, per il grande salto nel cuore di Palazzo Koch.

LE NOMINE

Giochi che sono stati, quanto meno, ridimensionati. Proprio ieri “il Consiglio Superiore della Banca d’Italia – come si legge nel comunicato – su proposta del Governatore e ai sensi dello Statuto, in seduta straordinaria ha nominato Direttore Generale Fabio Panetta, già membro del Direttorio. Il Consiglio Superiore ha inoltre nominato Vice Direttori Generali il dott. Daniele Franco e l’avv. Alessandra Perrazzelli. Le nomine avranno decorrenza dal 10 maggio 2019”. Luigi Federico Signorini resta, invece, ancora tra color che sono sospesi. Da due mesi il Consiglio dei ministri ne blocca la conferma nel Direttorio. Non dovrebbe farlo, visto che, per legge, il suo parere non è vincolante. Essendo la nomina prerogativa del Quirinale. Sennonché, così facendo è riuscito almeno finora a bloccare il normale decorso dell’iter. Cosa che diverrà più difficile, oggi, che il Consiglio superiore della banca ha indicato il completamento della squadra.

L’INCONTRO TRA VISCO E MATTARELLA

Tuttavia Ignazio Visco non si è fidato. Si è quindi recato di persona al Quirinale, per un lungo colloquio con il Presidente Sergio Mattarella, al fine di evitare sgradevoli possibili sorprese. Il timore non è solo quello degli ulteriori ritardi, anche se fino al 10 maggio c’è il tempo necessario. Ma quello di un possibile spezzatino: si lascia in stand by la nomina di Signorini. Si esprime un parere favorevole solo per Fabio Panetta, il più conosciuto ed anche apprezzato. Note le sue posizioni critiche rispetto ad alcune decisioni europee – a partire dal bail-in – che hanno incontrato il favore della stessa maggioranza parlamentare. Mentre le altre candidature si lasciano nell’incertezza. Daniele Franco, nel suo attuale difficile mestiere di Ragioniere generale dello Stato, ha dovuto dire spesso dei no, rinviando al mittente proposte di spesa non coperte. E più di un membro del governo se l’è legata al dito. Potrebbe essere questo il piatto freddo della possibile vendetta.
A fare le spese di questi giochi di potere potrebbe essere anche Alessandra Perrazzelli, l’outsider: la cui scelta dovrebbe dimostrare che, in qualche modo, la logica della discontinuità ha avuto corso. È l’unica candidata che non viene dai ranghi di Banca d’Italia. Ma dalla multi utility lombarda A2A, di cui è vicepresidente. È l’ex amministratrice delegata di Barclays, in Italia. Scelta per la sua capacità ed esperienza: in grado di portare avanti negoziati importanti con le altre banche europee. Una selezione di merito, quindi: operata dal cacciatore di teste Egon Zehnder, al quale la Banca si è rivolta. Ma poco conosciuta nell’ambiente politico italiano e quindi eventuale possibile vittima sacrificale, se il puzzle non dovesse ricomporsi. Anche se, dalle prime reazioni, sembrerebbe che gli stessi 5 stelle abbiano, ormai, accusato il colpo, per scendere a più miti consigli.

L’incontro tra Visco e Mattarella dovrebbe, quindi, aver reso più stabile l’intesa. Il completamento della procedura con la deliberazione del Consiglio superiore della banca e quindi il successivo colloquio con il Capo dello Stato, con il quale – è facile supporre – non dovrebbero essere mancati le necessarie preventive interlocuzioni. Le stesse che, presumibilmente, avevano guidato le scelte di Salvatore Rossi, di cui Fabio Panetta, prenderà il posto. Le sue dimissioni erano avvenute una decina di giorni fa accompagnate dalla dichiarazione della sua indisponibilità ad ogni possibile riconferma. Al punto in cui sono giunte le cose, in una fase di normalità, sarebbe quasi impossibile ipotizzare un deragliamento. Ma il punto è proprio questo: è la normalità quella che regna attualmente?

L’ASSEMBLEA GENERALE E LA RELAZIONE DI VISCO

Intanto proprio oggi si è svolta la tradizionale Assemblea generale dei partecipanti, con la relazione del Governatore, su cui sarà necessario ritornare. Salvo dover sottolineare, fin da ora, alcune affermazioni, che sono collaterali alle vicende di cui si sta discutendo. Ignazio Visco, di fronte al gotha finanziario italiano, ha ricordato quali siano i principi che regolano l’attività della Banca: “l’Istituto – ha detto – esercita le sue funzioni in autonomia e indipendenza, dando conto del proprio operato secondo il principio di trasparenza. In base ai trattati sottoscritti dall’Italia e dagli altri Stati membri dell’Unione europea, i componenti dei suoi organi non possono sollecitare o accettare istruzioni né da organismi pubblici, nazionali o europei, né da soggetti privati.”
Ancora più preciso poi il riferimento al problema delle riserve auree, oggetto di una recente proposta di legge parlamentare, da parte di Claudio Borghi, il leghista presidente della Commissione bilancio della Camera dei deputati, in forte sintonia con i 5 stelle: “la legge del 2014 – ribadisce Visco – conferma il divieto per i Partecipanti e per il Consiglio Superiore di intervenire nell’esercizio delle funzioni istituzionali della Banca e limita i diritti patrimoniali dei detentori delle quote al valore del capitale e agli eventuali dividendi. I Partecipanti, pertanto, non hanno alcun diritto sulle riserve auree e valutarie della Banca d’Italia, la cui detenzione e gestione costituisce uno dei compiti fondamentali assegnati alle banche centrali dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il Trattato, prescindendo dalle specificità delle normative nazionali, fa riferimento al compito di detenere le riserve e svolgere su di esse tutti gli atti giuridici di disposizione che rientrano nel concetto di gestione: nel nostro ordinamento tale assetto si realizza con il diritto di proprietà.”

LA COMMISSIONE D’INCHIESTA

Questo quindi il quadro di una giornata complicata. E non si è fatto cenno al problema della Commissione d’inchiesta sulle banche, che preoccupa non poco i vertici istituzionali del Paese. Commissioni come quelle vanno maneggiate con cura, visto i danni rilevanti che possono derivare da una loro mala gestio politica. Mattarella ne ha voluto parlare con i due presidenti di Camera e Senato, considerati i poteri di indirizzo che queste cariche istituzionali hanno sullo svolgimento di quei lavori. Ma prima d’ogni cosa, dovrà essere la legge istitutiva a garantire quell’equilibrio che ancora, a quanto sembra, non si vede. E finché non sarà chiaro dove si vuole andare a parare, il Presidente della Repubblica, d’intesa con i Presidenti di Camera e Senato, non potranno far altro che condizionarne il relativo iter. In questo, forse, d’accordo con i vertici stessi di Banca d’Italia, la cui convergenza verso un obiettivo condiviso dovrebbe contribuire a far ragionare i più scalpitanti guastatori.



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