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South Stream. A cosa porta la pax Saipem-Gazprom

saipem

Cosa porta in grembo il ramoscello d’ulivo tra Saipem e Gazprom? La disputa per il caso South Stream, con la rottura del contratto per la realizzazione del gasdotto, è vicina ad un epilogo che potrebbe essere favorevole a tutti i soggetti coinvolti. Ovvero giungere ad un accordo fra le parti prima dell’udienza fissata a Parigi per il prossimo giugno e così incamerare un doppio risultato: spegnere le tensioni giudiziarie e contemporaneamente ipotecare una fetta di mercato russo.

PAX

La pax Saipem-Gazprom può aprire un pertugio nel mercato russo? L’ipotesi di un accordo e di nuove commesse vanno di pari passo, per cui l’udienza fissata davanti al collegio arbitrale della Camera di commercio internazionale (Icc) di Parigi dovrebbe essere preceduta da un accordo che metta fine alla vertenza nata nel 2015. In quell’occasione vi fu la rottura unilaterale del contratto per il gasdotto South Stream, perché Mosca preferì puntare sul Turkish Stream, il vettore che transita attraverso il Mar Nero.

Per Saipem, quindi, si aprì uno scenario con mancati introiti per oltre 1 miliardo di euro nel solo 2015, motivo che condusse alla richiesta di indennizzo da parte italiana respinta da South Strem BV secondo cui erano già stati sostenuti i costi per i noli di Castoro 6 e del Saipem 7000, rimasti out per il recesso del contratto. Si giunse quindi a giocare la carta dell’arbitrato in cui Saipem avanzò la richiesta di 678 milioni di euro di danni, a cui la controparte replicò con un contro-ricorso da 541 milioni.

PASSI AVANTI

In occasione della presentazione del preconsuntivo 2018 il vertice di Saipem poche settimane fa aveva lasciato intendere che era ormai palese la “comune intenzione di negoziare” la transazione amichevole dell’arbitrato con la dead line fissata nel marzo 2019. Un punto a favore mentre archiviava un 2018 in rosso, anche se con i conti migliori rispetto alle previsioni considerata la perdita di 472 milioni di euro, su cui hanno influito svalutazioni e oneri per riorganizzazione di 497 milioni. Per il futuro non mancano motivi di fiducia, i nuovi ordini di 8,7 miliardi, il calo del debito (meno 37 milioni sul 2017).

FUTURO

Come osservato dallo stesso amministratore delegato, Stefano Cao, uno dei frutti più appetitosi del negoziato è, accanto alla questione monetaria, quello delle possibili opportunità commerciali nel mercato russo, dal momento che Gazprom ha all’attivo molti progetti in cui Saipem potrà inserirsi.

Saipem e Russia hanno già un filo che li unisce. Lo scorso dicembre infatti una joint venture con Saipem e la turca Renaissance si era aggiudicata un contratto da 2,2 miliardi di euro per costruire il novo impianto di gas liquefatto Arctic Lng 2. Si tratta di un progetto targato Novatek da ultimare in Siberia entro il 2023. Il nuovo soggetto, Ge, dovrebbe fornire 20 turbine a gas LM9000 con una capacità fino a 75 megawatt, costruite sulla base dei motori Boeing 777. L’offerta di Ge ha superato la concorrenza di Siemens e Mitsubishi.

Saipem ha dal 2016 una partnership strategica con la russa Novatek concentrata sul gas, ma la progettazione e la costruzione delle nuove piattaforme se da un lato potrà rafforzare ancora di più la sua presenza sul mercato, dall’altro non è esente da rischi. Il riferimento è alla reazione di Washington, impegnata nella conquista del mercato globale del Gnl, che sta sventolando la minaccia di nuove sanzioni contro Mosca nel settore energetico.

SCENARI

Il caso Saipem-Gazprom si intreccia con il dossier energetico che investe in questi mesi anche il ragionamento complessivo sul Nord Stream II, tanto caro a Mosca e Berlino ma che ha sollevato la dura opposizione di Washington con anche forti tensioni con il governo tedesco.

Va ricordato che la società italiana ha inoltre firmato un accordo con Gazprom per valutare la fattibilità del cosiddetto gasdotto South Stream Lite, che prevede di collegare la seconda linea di Turk Stream ai mercati occidentali. Inoltre Allseas, competitor di Saipem, svolge anche molte attività nel comparto oil&gas negli Usa come la partecipazione al progetto Appomatox nel Golfo del Messico e al gasdotto Sur de Texas, che fornirà gas americano in Messico. Ragion per cui andrà valutato l’impatto globale del nuovo capitolo scritto in quell’accordo.

Se per ipotesi dovesse essere azionata la leva delle sanzioni a stelle e strisce su Allseas e Saipem, a quel punto bisognerà valutare se Gazprom ultimerà in tempo il Nord Stream II, altro progetto al centro del dibattito euro-americano.

twitter@FDepalo

 

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