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Il giornalismo di domani? Per il New York Times sarà 5G

In un momento nel quale l’editoria è alla ricerca di nuovi modelli di business e la professione giornalistica prova a rinnovarsi dopo gli impatti stravolgenti apportati dall’avvento della Rete, il New York Times – testata che ha da tempo puntato molto sul digitale con risultati positivi – ha deciso di lanciare il 5G Journalism Lab, un esperimento che intende esplorare le nuove opportunità derivanti dalle reti mobili ultraveloci di ultima generazione.

L’IMPATTO DEL 5G

Il 5G, appena approdato negli Stati Uniti in versione test, è considerata una tecnologia che nei prossimi anni cambierà totalmente il modo in cui la società utilizza la rete internet. Le nuove reti mobili potrebbero raggiungere una rapidità nel trasferimento dati 100 volte maggiore dell’attuale 4G, con una latenza (ossia la velocità di risposta di un sistema) venti volte maggiore. Ciò, sommato a altre caratteristiche, potrà abilitare secondo gli esperti una innumerevole serie di servizi collegati all’Internet of Things in campi come i trasporti, l’energia, la sanità, l’intrattenimento, per citarne alcuni.
E c’è chi è pronto a scommettere che influirà certamente e in modo non marginale anche sul lavoro del giornalista e sull’editoria in generale.

L’ESPERIMENTO DEL NYT

A questo proposito, il New York Times – che scrive articoli su quanto avviene in 160 Paesi del mondo – sta studiando il modo in cui la larghezza della banda possa portare a nuovi modi per velocizzare l’uscita delle news e per interagire al meglio con i lettori, ad esempio con lo storytelling.

LA PARTNERSHIP CON VERIZON

Attraverso una partnership con la telco Usa Verizon, la testata della Grande Mela sta tentando di utilizzare la nuova rete anche per acquisire e diffondere contenuti multimediali particolari, per migliorare la capacità di raccogliere le notizie, e per aprire le porte a innovative tipologie di impiego.

NUOVE OPPORTUNITÀ

L’obiettivo è anche quello di sperimentare formati narrativi più dinamici, esperienze di qualità che consentano ai lettori non solo di visualizzare versioni più dettagliate e realistiche dei costumi d’epoca tramite realtà virtuale, ma anche di riprodurre ambienti fotografati con un’immagine tridimensionale.

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