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Dazi, l’Ue apre i negoziati con gli Usa per salvare l’agroalimentare

A giocar duro, da ambo le parti, si ottiene sempre qualcosa. Tra Europa e Stati Uniti oggi è stato fatto un altro passo in avanti verso una pace commerciale duratura e strutturale, proprio mentre Bruxelles studia la rappresaglia a suon di contro-dazi nei confronti di Donald Trump per il caso Airbus-Boeing. Il Consiglio dell’Ue, composto dai Paesi membri dell’Unione, ha dato il via libera alla Commissione europea per l’apertura dei colloqui commerciali con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di garantire l’abbattimento delle tariffe doganali sui beni industriali al fine di rendere più facile per le aziende europee ed americane dimostrare che i loro prodotti soddisfino i requisiti tecnici vigenti sui mercati su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Ora, al netto del fatto che la Francia ha votato contro il mandato alla Commissione a trattare con gli Usa (Parigi teme contraccolpi interni in vista delle elezioni europee), il fatto ha una valenza economica ma anche politica. Se davvero Stati Uniti ed Europa dovessero prepararsi a far cadere definitivamente alcune barriere sulla vendita/acquisto di beni industriali, ci potrebbero essere risvolti positivi anche sull’altra questione: quella legata allo scontro sugli aiuti ad Airbus e Boeing. Sui rapporti commerciali tra Bruxelles e Washington incombe anche la vicenda legata ai due costruttori, che chiama direttamente in causa l’agroalimentare (qui l’articolo della settimana scorsa con tutti i dettagli): proprio in queste ore Bruxelles starebbe preparando dazi su 12 miliardi di dollari di prodotti agricoli statunitensi a causa dei sussidi concessi dagli Usa a Boeing, dopo che la scorsa settimana l’amministrazione Trump ha annunciato di voler introdurre nuove tariffe su 11 miliardi di dollari di importazioni dall’Ue per punire il sostegno europeo ad Airbus il principale rivale di Boeing. Una logica occhio per occhio che potrebbe essere presto ridiscussa, proprio grazie all’intesa raggiunta oggi al Parlamento Ue.

Avviare trattative su una certa tipologia di beni, come quelli industriali, potrebbe disinnescare la bomba che rischia di scoppiare sull’agroalimentare Ue (soprattutto italiano, con olio, vino e formaggi). Una possibilità illustrata dalla stessa commissaria europea per il commercio Cecilia Malmström (nella foto) per la quale un’intesa Usa-Ue sull’industria può aprire la strada a una vera e propria distensione tra i due continenti sul fronte commerciale, scongiurando dunque l’arrivo di dazi sull’agroalimentare. “Da oggi entrerò in contatto con i partner americani con la prospettiva di organizzare un incontro per il primo round appena possibile. L’Europa è pronta e noi siamo pronti a entrare in una nuova fase di relazioni tra Unione europea e Stati Uniti se ci accordiamo, come penso che succederà”.

Formiche.net ha chiesto un parere a Simone Crolla, managing director dell’American Chamber of Commerce in Italy, il quale vede nell’avvio odierno dei negoziati la possibilità di una distensione su larga scala. “Certo, sarà necessario esaminare i potenziali impatti economici, ambientali e sociali dell’accordo e sicuramente il via libera degli Stati membri contribuirà ad alleviare le tensioni commerciali, come peraltro appena dichiarato dalla commissaria Ue al Commercio, Cecilia Malmström”, spiega Crolla. “Sono notevoli gli interessi in gioco: basti pensare che stiamo pur sempre parlando di due economie, quelle Usa e Ue, che rappresentano quasi il 50% del Pil mondiale e circa un terzo dei flussi commerciali in costante crescita, grazie alle esportazioni Ue verso gli Usa pari a 487,9 miliardi di dollari nel 2018 e a 318,6 miliardi di dollari quelle dagli Usa all’Ue nello stesso periodo, creando un disavanzo commerciale favorevole all’Europa per circa 170 miliardi di dollari. In questo scenario, l’export italiano vale 54,7 miliardi di dollari e riguarda principalmente macchinari, autoveicoli, pharma e, infine, food; oltre il doppio dell’import, che vale 23,2 miliardi di dollari”.

Ma Crolla fa una precisazione e mette in guardia da chi vede nella nuova stagione commerciale una resurrezione del Ttip, il trattato transatlantico soppresso lo scorso anno. “Tuttavia, l’avvio dei negoziati non rappresenta la rinascita del Ttip, oggi definito come obsoleto e non più rilevante. Come AmCham Italy ne abbiamo fortemente sostenuto la nascita, ritenendolo un vero e proprio accordo geopolitico oltre che di libero scambio a 360 gradi che, se ristabilito, comporterebbe notevoli benefici per entrambe le sponde dell’Atlantico e che, per evidenziarne tutti gli aspetti positivi, noi più felicemente (per non definirlo con un freddo acronimo) chiameremmo Patto Transatlantico per la Crescita e l’Occupazione”.


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