Mentre il pensiero occidentale si è concentrato sulle minacce informatiche militari e cyber-fisiche e considera Internet una forza che porta necessariamente alla promozione di valori liberali e alla democratizzazione politica, Paesi come la Russia utilizzano il quinto dominio per promuovere i loro interessi e, al tempo stesso, per difendersi dall’uso che ritengono ne faccia l’Occidente.
A crederlo è Lior Tabansky, docente di Cyber Power e coordinatore dei programmi di ricerca del Blavatnik Interdisciplinary Cyber Research Center della Tel Aviv University.
Formiche.net lo ha sentito a margine di una sua lezione tenuta alla Link University Campus a Roma, nell’ambito del Master in Intelligence e sicurezza diretto dal professor Marco Mayer.
Le elezioni europee si avvicinano e con esse cresce la preoccupazione per l’impatto delle fake news. Facebook ha chiuso in questi giorni 23 pagine italiane con migliaia di follower, ritenute responsabili della diffusione di disinformazione e propaganda attraverso contenuti divisivi. Quanto è grande questo pericolo per te e quanto è frutto di percezioni?
Il rischio di interferenze straniere è reale. Tuttavia, non abbiamo una buona comprensione di quanto siano state efficace o lo possano essere. Ma questa è senz’altro una priorità per la ricerca.
Come si possono contrastare gli effetti derivanti dalla diffusione di fake news?
La sicurezza informatica dipende dalla Situational awareness (“la percezione di elementi ed eventi ambientali rispetto al tempo o allo spazio, la comprensione del loro significato e la proiezione del loro stato dopo che alcune variabili sono cambiate, come il tempo, o un’altra variabile, come un evento predeterminato”, ndr). La stessa consapevolezza serve per identificare le operazioni di influenza straniera. L’Italia sta avanzando nella giusta direzione, progettando e costruendo una cyber situational awareness, che è la vera priorità.
Si associano spesso le fake news alla crescita dei movimenti populisti in tutto il mondo. Qual è la tua opinione?
Possiamo ipotizzare che abbiano effetti su entrambi gli estremi. Il nostro problema è che semplicemente non abbiamo eseguito un’analisi basata sui fatti sufficientemente buona. La Russia, tuttavia, ritiene che le operazioni di influenza siano estremamente convenienti.
In che modo la Russia applica la sua potenza informatica?
La Russia ha recentemente dimostrato un approccio strategico: utilizzare il dominio cyber per promuovere i propri interessi. Mosca considera gli aspetti cognitivo-psicologici dell’infosfera come la principale minaccia strategica per la sua sicurezza nazionale. Russia, Cina e Iran considerano la Rete una fonte di aggressione occidentale.
Per questo in Russia – e non solo – è maturata la decisione di usare la Cyber Warfare per le operazioni di influenza combinata, cercando di promuovere il suo interesse all’interno delle società mirate. Ciò include una serie di furti di informazioni, manipolazioni, leak.
Quanto sono avanzate le cyber competenze russe rispetto a quelle di altri Paesi?
Classificherei la Russia tra le prime cinque cyber potenze mondiali. Tuttavia, il problema principale è che Mosca cerca attivamente di cambiare l’ordine mondiale, mentre l’Europa cerca stabilità. Pertanto, lo sfidante gode di iniziativa e di una maggiore propensione al rischio rispetto a un obiettivo passivo.
Qual è, invece, la strategia occidentale nel quinto dominio?
Il pensiero occidentale si è concentrato sulle minacce informatiche militari e cyber-fisiche. Allo stesso tempo, il pensiero occidentale considera Internet la “tecnologia della liberazione”, una forza che porta necessariamente alla promozione di valori liberali e alla democratizzazione politica. Un pensiero inconciliabile con quello dei Paesi sopracitati.