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Non solo debito, l’Europa ci bacchetta anche su ambiente ed energia

Al nostro Paese servirebbe una politica economica basata su investimenti in ricerca e in innovazione per migliorare la qualità e la sostenibilità delle infrastrutture di trasporto e di quelle energetiche. È questo lo spirito con cui l’Europa si rivolge all’Italia nella lettera che boccia gli intenti nostrani sul deficit e ci bacchetta anche su ambiente e energia.

CONSISTENTI INVESTIMENTI GREEN

Non c’è solo il debito, dunque, nella missiva inviata dalla commissione Ue; tra i cinque assi portanti c’è appunto un aumento degli investimenti nelle infrastrutture, e in particolare la raccomandazione è di spingere su consistenti investimenti “verdi” soprattutto per arrivare ai target europei al 2030 su energia e clima. Del resto, la voce di spesa maggiore indicata dalla Commissione europea per il 2020 è legata alla promozione della crescita sostenibile, dell’agricoltura, dei pescatori e della tutela della biodiversità: per questi ambiti, su un totale di 168,3 miliardi di euro (con un incremento dell’1,3% rispetto al 2019), vengono messi a disposizione 60 miliardi (più 0,6% rispetto a quest’anno); per ricerca e innovazione vengono stanziati 13,2 miliardi (più 6,4%) nell’ambito di Horizon 2020.

Questo assume contorni ai quali sarà difficile sfuggire se si pensa che il 21% dell’intero budget europeo per il 2020 è dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici. E sul punto il vicepremier Luigi Di Maio non sembra rimanere indifferente: “Per me i parametri europei non devono essere tutti aboliti ma gli investimenti sull’ambiente e l’abbassamento del cuneo fiscale devono essere fuori; questo per rilanciare l’economia”.

Quelle dell’Europa formano un insieme di osservazioni che si sintetizzano anche nelle parole del commissario Ue al clima e all’energia Arias Canete sul Piano del nostro Paese. Piano che viene ritenuto “ambizioso” ma poco chiaro su modi e procedure per raggiungere quegli obiettivi: “Bisognerebbe lavorare meglio sulle sinergie tra i vari settori politici” ed “essere più chiari sulla pianificazione anche dal punto di vista finanziario, sugli investimenti e sulle risorse”. Per il nostro Paese servirebbe una riduzione delle importazioni per abbassare la dipendenza energetica e contemporaneamente aumentare l’efficienza energetica, pensare a un rafforzamento della rete e incrementare la quota di rinnovabili nel sistema.

IL PIANO CLIMA ED ENERGIA

In questo contesto viene preso in considerazione il Piano clima ed energia del nostro Paese come guida per capire la direzione che prenderanno gli investimenti nel processo di decarbonizzazione del sistema economico. In particolare, in base alle valutazioni della commissione Ue, investire nel miglioramento delle infrastrutture contribuirebbe a un sistema energetico più resiliente, sicuro e flessibile, riuscendo anche a ridurre i prezzi sul mercato. E nello specifico la rete elettrica italiana non sarebbe ancora pronta alla crescita degli scambi transfrontalieri e al peso delle fonti rinnovabili previsto al 2030. Tra le altre raccomandazioni, alcune si soffermano sul settore del trasporto ferroviario e su strada, nonché sulla mobilità urbana sostenibile.


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