Skip to main content

Il vero tribunale saranno i mercati e non l’Ue. Moody’s avverte l’Italia

Nel braccio di ferro fra Roma e Bruxelles, che minaccia una procedura d’infrazione per un debito italiano che rischia di non avere più freni come una palla di neve che si fa slavina, piomba l’agenzia di rating Moody’s. Che in un report mette in chiaro un concetto.  Le previsioni di Roma “mancano di credibilità”. E anche il presidente della Bce Mario Draghi invoca un piano “credibile” di riduzione del debito, dopo aver silurato l’idea leghista dei minibot: “o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito” che aumenta la montagna da 2.350 miliardi che l’Italia già deve fronteggiare.

Il solo fatto che i minibot siano affiorati nel dibattito pubblico, oggetto di una mozione alla Camera votata all’unanimità, “è credit negative” ossia pesa sul giudizio di affidabilità del debitore-Italia”, avverte Moody’s. Se effettivamente introdotti, tuona l’agenzia di rating, i minibot sarebbero “un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e la preparazione dell’uscita dell’Italia dall’Eurozona“. Ma è sullo scontro con l’Ue sui conti italiani – con una procedura d’infrazione per debito evitabile solo con una manovra correttiva – che arriva l’avvertimento piu’ pesante di Moody’s, il cui rating sull’Italia, Baa3, se tagliato di un solo gradino diverrebbe junk, ‘spazzatura’ equiparando i Btp a un rischioso investimento speculativo.

L’agenzia di rating, nel report dei suoi analisti guidati da Kathrin Muelbronner, contesta soprattutto le stime del governo secondo cui il deficit 2019 potrebbe alla fine risultare più basso del 2,4% inserito nel Def con l’auspicio di un 2,1%: sarà invece al 2,6% quest’anno (stima vicina al 2,5% di Bruxelles) e al 2,7% il prossimo, lontano dalle stime del governo per il 2020 e 2021. Con la conseguenza di un un debito pubblico che “continuera’ a salire” mettendo l’Italia in balia degli umori dei mercati.

A conti fatti, la reazione dei mercati potrebbe far più male all’Italia della procedura di infrazione Ue. E questo perché il provvedimento di Bruxelles avrebbe “meno effetto sul Governo di un sentimento di mercato in deterioramento”. Sarebbero, insomma, più i mercati che l’Ue a spingere l’esecutivo a correggere il tiro sui conti. Per questo l’agenzia di rating ritiene che la prossima manovra sarà determinante per il futuro dell’Italia.


×

Iscriviti alla newsletter