Passi in avanti per l’Italia nella digitalizzazione, ma rimane tra gli ultimi Paesi in Europa. Il Desi, l’indice della Commissione europea che valuta il percorso degli Stati verso un’economia e una società digitalizzate indica che la Penisola si attesta in 24esima posizione su 28 Stati membri, uno step al di sopra degli anni precedenti, ma ancora in basso (peggio fanno solo Polonia, Grecia, Romania e Bulgaria).
LA CLASSIFICA
Poche sorprese in alto. Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca sono in cima alla classifica e si collocano tra i leader globali nel processo di digitalizzazione, seguiti da Regno Unito, Lussemburgo, Irlanda, Estonia e Belgio.
I PASSI IN AVANTI
Presentando il suo rapporto annuale, Bruxelles ha sottolineato i progressi di Roma nella copertura della banda larga veloce (che raggiunge il 90% delle famiglie, superando dunque la media Ue dell’83%) e nell’assegnazione dello spettro 5G. Risultati “relativamente buoni” per ciò che concerne la connettività e i servizi pubblici digitali (le imprese italiane presentano un punteggio migliore per quanto riguarda l’utilizzo di software per lo scambio di informazioni elettroniche e social media). Complessivamente, nell’indice Desi del 2019 l’Italia ha ottenuto un punteggio di 43,9 contro il 38,9 del 2018, ma rimane ben al di sotto del 52,5 della media comunitaria.
LE LACUNE DA COLMARE
Per l’Italia, come negli scorsi anni, sono diversi i problemi da affrontare. Per quanto riguarda la banda larga ultraveloce (100 Mbps e oltre) la Penisola, pur a fronte di prezzi mediamente più bassi degli altri Paesi, “appare ancora in ritardo” (con una percentuale pari ad appena il 24% in confronto a una media Ue del 60%) e si colloca in prossimità del fondo classifica (27esimo posto), pur se con un lieve tasso di crescita. Anche se le percentuali di utilizzo sono leggermente aumentate, l’Italia risulta ancora indietro rispetto alla media Ue e si posiziona al 24esimo posto fra gli Stati membri. Con un totale di 89 abbonamenti ogni 100 persone, l’utilizzo della banda larga mobile rimane al di sotto della media Ue (96 abbonamenti ogni 100 persone).
Ma la sfida principale da affrontare per Roma secondo l’indice Desi rimane la carenza nelle competenze digitali dei cittadini (tre persone su dieci non utilizzano ancora Internet abitualmente e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base). Lacune che, osserva la Commissione, incidono negativamente su tutti gli altri settori – dalla connettività superveloce ai servizi online passando per l’e-commerce – traducendosi, in definitiva, in un minore utilizzo dei servizi online, dove si registrano pochi progressi. “La scarsa domanda”, evidenzia il documento, “influenza l’offerta e questo comporta una bassa attività di vendita online da parte delle Pmi italiane rispetto a quelle europee”.