Non è questione di forma, ma di sostanza. La ragione per cui il Partito democratico e Forza Italia si dilaniano, in modo diverso, non attiene (solo) a questioni infantil-personali, ma all’assenza di linea politica alternativa al governo. Serve a poco sapere se si possono tenere assieme Zingaretti e Renzi, o Carfagna e Toti, anche perché stando assieme nel nulla non vanno da nessuna parte e dividendosi su chi è il capo dimostrano solo di aver perso la testa. Servirebbe sapere: per fare cosa chiedono d’essere votati? Se la risposta fosse: per mandare via gli attuali governanti e prenderne il posto, la sola cosa che otterranno è che l’elettorato utile alla vittoria se ne resterà a casa. Non senza ragioni.
UN’ALTERNATIVA VERA A QUESTO GOVERNO
L’attuale governo ci sta portando fuori dall’euro. Con un danno enorme ai cittadini e al sistema produttivo, nonché al livello stesso di civiltà. Se anche si fermasse prima del precipizio non cambierebbe la linea di marcia, che si vede oggetto mosso da interessi altrui. Chi si oppone non può limitarsi a dire che è un errore e che in Ue e con l’euro in tasca si deve restare, ma purché siano diversi. Questa è una cretinata. Se ci vuoi restare devi negoziare una diminuzione della spesa corrente, in modo da avere margine per gli sgravi fiscali a produzione e produttori e in modo da avere un margine di deficit per investimenti. Se ci vuoi restare devi smetterla di spostare soldi a favore del non lavoro (il che vale sia per il reddito di cittadinanza sia per quota 100) e puntarlo sul lavoro da creare. Lisciare il pelo a chiunque chieda per poi aggiungere che ci vogliono sgravi ed investimenti è una posizione ridicola. Se continui a ripetere che veniamo da anni e anni di durissima austerità, quando, all’opposto, viviamo una irripetibile stagione di bassi tassi d’interesse e costo calante del debito (mostruoso), poi non puoi aggiungere che i governanti sono incoscienti nell’inscenare una dissennata rottura non tanto con la Commissione europea, quanto con la realtà dei fatti e dei numeri.
NON PRENDERE IL POSTO DELL’ESECUTIVO MA PUNTARE ALL’ITALIA DEI PRODUTTORI, QUELLA CHE FUNZIONA
A destra non si può sostenere che si deve tornare a parlare con le persone ragionevoli e aggiungere che l’alleanza con Salvini è intoccabile, perché le persone ragionevoli ti guardano con commiserazione. A sinistra non si può dire che serve una forza liberaldemocratica, à la Calenda, per poi affermare che vuoi tenere assieme anche quelli che in rosso dicono le stesse cose che dice la Meloni. È patetico. E tutto questo non ha nulla a che vedere su chi è il capo, ma con la pretesa di capeggiare il nulla programmatico.
Questo governo sta mettendo a gravissimo rischio gli interessi indisponibili dell’Italia, in un’orgia demagogica inarrestabile e dissennata. Non lo fermi provando (inutilmente) a prenderne il posto, ma cominciando a praticare un po’ di verità. Tutelando gli interessi dell’Italia che ancora funziona e ci tiene a galla, quella dei produttori. E non sei credibile nel farlo se non hai il coraggio di riconoscere i gravi e ripetuti errori commessi.
È chiedere troppo? Allora godetevi la scena dei galletti crestuti e pettoruti. Incapaci d’accorgersi che persero il pollaio.