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Perché la bacchettata Usa sull’immigrazione non va sottovalutata. L’analisi di Vespa

Matteo Salvini fa sapere di non essere irritato per il giudizio del Dipartimento di Stato americano sulla politica di immigrazione del governo italiano. Anzi, visto che il recente documento “Trafficking in person report” presentato giovedì 20 dal segretario di Stato, Mike Pompeo, si riferisce al 2018 e quindi comprende anche il governo Gentiloni, il fatto che il Decreto sicurezza bis contenga norme per intensificare la lotta ai trafficanti significa, secondo il Viminale, che anche negli Usa ritenevano necessari nuovi strumenti normativi.

Le cose non sembra stiano proprio così. È vero che il giudizio riguarda un periodo precedente alle norme più recenti, ma il Dipartimento non esprime certi giudizi per caso. Non c’è dubbio che finora l’attività del ministro dell’Interno si sia concentrata sul frenare i flussi migratori mentre la politica statunitense non è rivolta solo, per esempio, al muro con il Messico visto che Ivanka Trump, figlia del presidente, in modo poco appariscente, ma incisivo, da sempre si dedica proprio a combattere il traffico di esseri umani e alla sorte di chi lo subisce e incide su quanto accade al Dipartimento di Stato.

IL GIUDIZIO FINALE

Su questo tema, dunque, limitarsi solo al pensiero di Trump padre è riduttivo e il documento del Dipartimento di Stato, che riguarda tutto il mondo e che dedica all’Italia tre pagine su 538, va letto anche in questa luce. Il giudizio finale è la retrocessione del nostro Paese al livello 2, prima volta dal 2012, e dal punto di vista del nostro governo può sorprendere il passaggio in cui si spiega che l’Italia non ha tenuto conto delle conseguenze per coloro che vengono riportati indietro e non ha fornito assistenza legale ai migranti vittime degli abusi da parte dei trafficanti.

I NUMERI

L’anno scorso, è scritto nel report, sono state 314 le persone finite sotto inchiesta per traffico di esseri umani rispetto alle 482 del 2017 e le forze di polizia ne hanno arrestate 99 rispetto alle 133 dell’anno precedente. Il calo degli sbarchi ha certamente influito, ma a quanto pare non è sufficiente per l’amministrazione americana: tra le raccomandazioni, si chiede per esempio di intensificare la cooperazione internazionale con le nazioni di origine e transito dei migranti, specialmente Nigeria, Tunisia e Libia.

…DA NON SOTTOVALUTARE

C’è sicuramente sorpresa al Viminale se anche il sottosegretario Nicola Molteni è intervenuto per ribadire che il giudizio americano conferma la necessità del Decreto sicurezza bis. Sembra buttare la palla in avanti, sperando che il rapporto del prossimo anno sia più benevolo. Oggi però l’argomento si insinua nei rapporti tra Italia e Usa a pochi giorni dalla visita di Salvini a Washington: è meno rilevante di tanti altri temi come i rapporti con la Russia o gli F35, ma il governo sbaglierebbe di grosso se li sottovalutasse. La politica americana è più articolata dei tweet di Trump.



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