L’orologio della manovra ha cominciato a fare tic-tac. E il clima tra i due azionisti di governo non è dei migliori: la tensione tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio continua a salire e questo, a un mese e mezzo dalla scrittura (ufficiale) della legge di Bilancio (qui l’intervista al viceministro dell’Economia, Laura Castelli), non è buono. Che cosa succederà da qui alla fine dell’anno, non è dato saperlo. La Lega vuole a tutti i costi la flat tax al 15%, il M5S punta al salario minimo che però non piace alle imprese e nemmeno alla Lega. Dunque? Formiche.net ha scambiato alcune battute con Laura Cavandoli, deputata del Carroccio e membro della commissione Finanze, di cui è segretaria.
Cavaldoli, non tira una bella aria nel governo. E la manovra è vicina…
Certamente in questo periodo stiamo assistendo a una serie di richieste da soddisfare molto irrituali e con toni abbastanza alti. Ci sono delle idee, delle proposte che invece che essere discusse attorno a un tavolo vengono lanciate come sassi e questo dà la sensazione di una profonda discordanza nel governo. Detto questo la Lega vuole una flat tax incisiva, che vada a sostegno delle piccole imprese e soprattutto evitare nuove imposte. Le nostre idee sono sempre quelle, fin dall’inizio della nostra esperienza di governo.
Si può dire lo stesso del Movimento Cinque Stelle?
Ma insomma, c’è un po’ di confusione mi pare, anche perché le loro proposte sono diverse. Lo stesso Di Maio ha cambiato più volte idea sulle aliquote (per l’Irpef, come alternativa alla flat tax, ndr) e al contempo ci chiedono le coperture per la flat tax. Io dico che se le coperture si vogliono trovare si trovano, Salvini lo ha detto, non ci sarà una flat tax per tutti e subito ma una mini flat tax, su questo stiamo scommettendo.
Che l’Italia abbia bisogno di un taglio delle tasse è fuori discussione. Ma come la mettiamo col fatto che senza Pil e senza spending review sarà difficile trovare i soldi per finanziare la riduzione fiscale?
Noi abbiamo fatto una rivoluzione che parte dai piccoli, dalle persone, dalle famiglie e dal loro welfare. Abbiamo puntato molto sulle commissioni da togliere ai mini-pagamenti elettronici sotto i 25 euro, questo dovrebbe favorire lo sviluppo dei pagamenti digitali e dunque aiutare a far emergere l’evasione fiscale. La Lega lavora per le famiglie e le imprese anche se ci vuole un po’ di tempo, non possiamo certo fare miracoli.
Parliamo della Tav. Una vittoria per voi. Che cosa significa oggi la Torino-Lione?
Parliamo di un’opera che ci mette al centro dell’Europa, nulla impediva di fare un corridoio a Nord delle Alpi, ma ci avrebbe tagliato fuori. La Tav si deve fare, la vuole l’Italia e la vogliono i cittadini. Anche se non la vuole il Movimento Cinque Stelle, è un qualcosa di cui questo Paese non può fare a meno.
Cavaldoli, il M5S sembra essere ancora sotto choc. Si riprenderà?
Il Movimento è fatto da tante persone, con delle idee diverse tra loro. Le esigenze nazionali devono prevalere su quelle dei singoli e io personalmente credo che nel M5S vogliano bene all’Italia.
Nei prossimi mesi come farete a trovare un canale di dialogo con il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che la Lega non ha votato?
In questo momento stiamo ancora in una fase esplorativa, anche perché dobbiamo avere spazio per un nostro commissario, che può essere concorrenza come agricoltura. Tutto passa da questo, se non verrà assegnato all’Italia quello che le spetta le problematiche aumenteranno, senza una posizione strategica dentro la commissione sarà tutto più difficile. Noi non ci poniamo come contrari a priori ma certo vogliamo la nostra parte.