La portavoce del dipartimento di Stato statunitense ha annunciato che il primo di ottobre il segretario Mike Pompeo passerà per l’Italia durante una sua visita in Europa, come Formiche.net auspicava esattamente un mese fa. Tappe previste per il primo tour italiano di un segretario di Stato dell’era Trump: Roma e Santa Sede, poi Abruzzo, sua regione di origine. Il viaggio proseguirà poi per Montenegro, Macedonia del Nord e Grecia.
Quello che salta all’occhio dall’annuncio odierno è che il capo della diplomazia americana non vedrà soltanto l’omologo vaticano, Pietro Parolin, ma avrà anche un’udienza privata con sua Santità, Jorge Mario Bergoglio. L’incontro con Francesco è considerato nei corridoi diplomatici come un fondamentale apripista per un incontro speciale tra il Papa e Donald Trump. Tra le due potentissime realtà ci sono distanze indubbie, ma per quanto l’agenda sia difficile, riaprire il dialogo è davvero una priorità condivisa. Pompeo ha la possibilità di giocare una carta: è stato con lui che a Foggy bottom è stata rafforzata la struttura interna al dipartimento che lavora sulla libertà religiosa, e si è fatto lui stesso promotore di iniziative globali sul tema. Da qui si può aprire un punto di contatto con il Vaticano.
Il segretario ha un peso: una fonte dall’ambiente diplomatico italiano ci sottolinea come Pompeo sia un segretario di Stato “forte, come non se ne vedevano da anni, anni e anni. Per questo la sua visita in Italia assume grande centralità, aspetto che in questo momento Roma deve cogliere”. In effetti, con l’uscita di scena del Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, che aveva brigato per intestarsi diversi dossier di politica estera, ora gli affari internazionali sono tutti in mano al segretario con origini a Pacentro, comune di poco più di mille abitanti in mezzo al parco della Maiella.
Possibile che il tour italiano di Pompeo possa essere l’anticipo di una visita di stato di Trump stesso, che nel frattempo vedrà a Washington il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il 16 ottobre – visita che proseguirà il giorno seguente nella Silicon Valley.
Pompeo a Roma avrà un incontro al Quirinale, poi sarà ricevuto dal premier, Giuseppe Conte, e infine dall’omologo italiano Luigi Di Maio. Diversi i temi sul tavolo, su cui l’Italia deve dimostrare a Washington affidabilità, in questa prima prova concreta di contatto tra l’amministrazione Trump e il nuovo governo M5S-Pd. Se tra Trump e Conte s’è creata un’empatia personale – aspetto non scontato e molto importante per l’attuale Casa Bianca – ci sono stati nel primo governo guidato dall’italiano alcune linee di discontinuità con le visioni Usa. Per esempio sulla Cina, o ancora sull’Iran e il Venezuela, dossier specifici che hanno però caratura globale e su cui gli Stati Uniti hanno anche testato le amicizie. O ancora, i problemi dell’ex componente di governo leghista nei rapporti con la Russia.
Insomma, sia Conte che Di Maio dovranno dimostrare di poter godere della cordialità statunitense offrendo riscontri effettivi: un momento da prendere molto sul serio per l’Italia. Un contatto, quello con Pompeo e il dipartimento di Stato, su cui Roma deve dimostrare l’alleanza con gli Usa.