Investimenti, novità organizzative, ma anche il superamento di alcuni ostacoli gestionali e culturali. Così il ministro dell’Innovazione Paola Pisano – che nei prossimi giorni sarà a San Francisco per lo Us-Italy Innovation Forum – ha riassunto in audizione alla Camera in commissione Trasporti le linee programmatiche del suo dicastero.
LA RIFORMA DELLO SPID
Uno dei punti principali, ha spiegato Pisano sarà “una riforma all’interno di Spid per superare alcune criticità che noi abbiamo oggi: bisogna ridisegnare il sistema pubblico di attribuzione e di gestione dell’identità digitale, e questa attività la faremo in collaborazione con il Mef. Le Pa hanno paura che un giorno i cittadini debbano pagare Spid, e la Pa non vuole dare l’identità tramite un servizio gestito da privati”. Inoltre, ha aggiunto, “la user experience di Spid è migliorabile, ma gli identity provider – i soggetti che oggi erogano Spid – sono in perdita, e quindi non la vogliono migliorare. Gli identity provider non sono in grado di fare business attraverso l’utilizzo di Spid da parte dei privati”.
Lo Stato, ha sottolineato, “deve investire almeno nella partenza di questo progetto, e ci vuole una governance più incisiva, in cui gli identity provider diventino dei fornitori di un soggetto centrale sotto il controllo dello Stato. Ci vuole una collaborazione con il settore bancario e quello postale, che per loro natura possono diffondere l’identità digitale, e su questa proposta di riforma stiamo lavorando con il Mef”.
I PROGETTI IN CORSO
Il ministro ha fatto poi il punto sul progetto dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr) e su PagoPa. “Siamo arrivati in queste quattro settimane a 30 milioni di cittadini on board: sono entrate Napoli e Palermo. Per PagoPa abbiamo superato i 500mila wallet, che sono utenti registrati su PagoPa che hanno memorizzato la loro carta di credito, e solo nel mese di settembre sono stati gestiti oltre 1 miliardo di euro di pagamenti. Quindi, PagoPa sta bene e sta iniziando a funzionare correttamente”. Inoltre, la app del Progetto IO verrà lanciata negli store e verranno attivate le funzioni di digitalizzazione, di patente e tessera sanitaria, in modo da garantire l’utilizzo di questi due documenti attraverso lo smartphone”.
L’APPROCCIO
I due focus principali all’interno del programma del ministero, ha aggiunto Paola Pisano, “sono la parte di digitalizzazione-innovazione, e le attività che facciamo a livello internazionale. Il perimetro della delega non riguarda solo la trasformazione digitale della Pa e dei servizi, ma anche l’innovazione del Paese. Per innovazione non intendiamo solo quella tecnologica, ma a tutto tondo, quindi anche l’ambiente, l’ambito sociale, l’educazione, la salute e le aziende. Quindi, innovazione all’interno di tutti i ministeri”.
Tra gli obiettivi, “c’è l’aumento dell’utilizzo dei servizi digitali: non basta digitalizzare un servizio, questo deve essere utilizzato. Maggiore è il numero di utenti che utilizzano il nostro servizio digitale, e più noi aumentiamo l’impatto all’interno del nostro territorio. Oltre ai cittadini, anche l’utilizzo da parte delle imprese è un nostro target”. Un secondo obiettivo, ha detto ancora, “è l’aumento della produttività e dei posti di lavoro: questo riguarda sì la digitalizzazione, ma soprattutto l’innovazione. Noi siamo chiamati a creare un ecosistema culturale, regolamentare ed economico che riesca a far crescere l’innovazione all’interno del nostro territorio, svilupparla e attrarla, ma attrarre e creare anche competenze”.
IL FUTURO DELL’AGID
Novità anche per l’Agenzia per l’Italia Digitale. “Nel breve e medio periodo per Agid faremo il rinnovo del direttore e la razionalizzazione delle competenze, del ruolo e delle funzioni”.
L’APERTURA VERSO L’ESTERNO
Fondamentale, per Pisano, sarà non solo la comunicazione tra amministrazioni, ma anche quella con l’esterno. “Il collegamento innovazione-digitalizzazione all’interno dei ministeri bisogna coordinarlo e creare una politica di visione congiunta”. Ma, ha detto, “ci sarà molta collaborazione anche con i soggetti privati: non solo aziende, ma anche fondi e venture capital che serviranno proprio per sostenere l’innovazione”. E poi, si pensa “di creare un think-tank di esperti di innovazione che, dal punto di vista teorico, ci aiuteranno a risolvere dei problemi, e poi noi dovremmo applicare la soluzione teorica in modo pratico”.
IL RITARDO DI EUROPA E ITALIA
Tra le criticità strutturali che vanno superate, secondo Pisano, c’è il fatto che “l’Europa e l’Italia sono lente, hanno un’adozione delle tecnologie molto lenta, e hanno un ritardo sui modelli di business per la creazione e la diffusione dell’innovazione”. Ci sono, ha spiegato la titolare del dicastero, “molte aziende, chiamate ‘zombie firms’, che consumano risorse, investimenti e talenti, impedendo che possano essere utilizzati per aziende più produttive. Non solo dobbiamo colmare il ritardo, ma dobbiamo anche riuscire a cogliere le opportunità che le nuove tecnologie possono dare al nostro Paese”.
In Italia l’innovazione, in particolare l’intelligenza artificiale, ha rimarcato, “si stima che possa generare un giro d’affari intorno ai 228 miliardi di euro entro il 2030: questa per noi è un’opportunità, perché potrebbe contribuire alla crescita del Pil del 13%”.
INVESTIRE IN COMPETENZE
Per sfruttare appieno queste opportunità, ha rilevato Pisano, servirà però anche investire in competenze. Nel ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, ha evidenziato, “oggi siamo 40 persone, con un alto livello di competenze, ma 40 persone non sono sufficienti per la trasformazione su digitale e innovazione che ci attende. L’obiettivo è quello di creare una squadra con più soggetti al suo interno, ma è anche quello di fare rete e mettere in relazione tutti quei soggetti pubblici e privati che possono aiutarci a creare e diffondere innovazione e digitalizzazione”.