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Vi racconto la svolta green del governo. Parla Baretta

Non è più tempo di opzioni, ma di scelte precise. Il Green new deal battezzato due mesi or sono dal premier Giuseppe Conte ha preso forma nella manovra approvata all’alba del 16 ottobre in una spesa di 10,5 miliardi nel triennio 2020-2022 per poi toccare quota 50 miliardi entro il 2035 attraverso due appositi fondi da alimentare tramite emissione di capitale, i cosiddetti green bond ma anche con risorse provenienti direttamente dal bilancio statale. La svolta sostenibile è dunque realtà. Lo sostiene anche Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia rientrato a Via XX Settembre dopo una parentesi di un anno, che non tralascia di mettere in evidenza i punti da non trascurare per la riuscita del programma. Le intenzioni sono buone, per questo occorre una ragionata e credibile architettura di bilancio che consenta davvero il compimento della rivoluzione verde.

Il tema è stato oggetto di discussione in un dibattito dedicato alla green finance organizzato ieri sera da Formiche.net e al quale hanno preso parte, tra gli altri, i parlamentari Ylenia Lucaselli (Fratelli d’Italia), Eugenio Comincini (Italia Viva), Antonio Palmieri (Forza Italia), l’economista Pasquale Lucio Scandizzo, Giuseppe Cosulich (Credit Suisse) e il presidente del cda di Formiche, Gianluca Calvosa.

E proprio Baretta, interpellato a margine dei lavori, ha fornito ai microfoni di Formiche.net, il suo punto di vista. “Questa deve per forza essere la volta buona per una vera svolta sostenibile. E questo perché la scelta coincide con un’emergenza planetaria. Siamo di fronte a una presa di coscienza che finalmente ci dice che l’equilibrio ambientale è a rischio”, ha spiegato Baretta. “Gli investimenti verdi sono un’occasione necessaria da non perdere, frutto di una volontà che unisce il mondo politico e che può contare su una crescente sensibilità delle imprese”.

Nel corso dell’evento poi, Baretta ha illustrato le direttrici lungo le quali si snoderà l’azione green del governo. “Dobbiamo lavorare innanzitutto sul nostro retroscena culturale che fino ad oggi ha spinto e alimentato la sostenibilità del Paese. Abbiamo degli esempi importanti, quali le banche popolari e le banche di credito cooperativo, che possono avere un ruolo importante in questa partita. E poi dobbiamo guardare agli obiettivi dell’Agenda 2030, verso i quali ci stiamo muovendo e che stanno orientando la nostra azione, allineando il nostro bilancio pubblico verso un contesto di sostenibilità”.

Non ultimi il sottosegretario all’Economia ha rilanciato i green bond, emissioni obbligazionare tramite le quali raccogliere le risorse necessarie a finanziare la svolta verde. Operazione su cui però Lucaselli, deputata della commissione Bilancio, ha espresso dei dubbi, sottolineando come il loro rendimento sia ancora molto inferiore a quello dei bond ordinari.

Sul delicato tema delle tasse comparse in manovra e frutto di una virata verso la sostenibilità Baretta ha sottolineato: “So benissimo che in manovra ci sono la plastic tax, la sugar tax e le tasse sui giochi e sul tabacco. Non mi aspetto applausi, so bene che l’industria avrà delle reazioni e io sono pronto. Ma una vera rivoluzione nei consumi, in ottica sostenibile, ha necessità anche di essere orientata”.

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