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I cinesi si comprano anche la Sicilia di Montalbano. Ecco come

Gli spettatori italiani conoscono bene Scicli, città del ragusano e tradizionale set del commissario Montalbano, il celebre personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato con successo sul piccolo schermo da Luca Zingaretti. Sull’evocativo luogo, che ha prestato le sue bellezza all’immaginaria Vigata, ora ha messo gli occhi la tv cinese, che girerà nel territorio una sorta di reality show alla scoperta della cultura, delle abitudini, dei prodotti e delle attrazioni turistiche locali.

IL PROGETTO

Nella località siciliana sbarcherà il famoso (in patria) attore cinese Hu Jun, che sarà a Scicli nei prossimi giorni con un troupe della Anhui Tv Station, nella top ten dei canali televisivi più seguiti in Cina, e Iqiyi, società cinese corrispondente alla Netflix americana, con 500 milioni di spettatori al mese e 126 milioni di spettatori quotidiani su internet.
La trasmissione, spiega l’ufficio stampa del comune sciclitano, ha 100 milioni di spettatori sui canali online, e altrettanti spettatori televisivi, per un totale di 200 milioni.

L’ESPANSIONE CINESE

Con questi numeri, Pechino punta da un lato a raccontare ai crescenti viaggiatori cinesi l’Italia, Paese sul quale sta investendo moltissimo in termini diplomatici (come dimostra l’enfasi sull’adesione della Penisola, unico tra i Paesi del G7, al progetto infrastrutturale e geopolitico della Via della Seta), dall’altro a provare a costruire un proprio soft power, ambito sul quale la Cina è estremamente carente e sul quale registra un forte ‘spread’ tra le sue ambizioni globali e la percezione, spesso non positiva, di cui gode nel mondo occidentale.

UNA PERCEZIONE NON POSITIVA

Una strategia cinese, dunque, rilevano gli esperti, che nel complesso è basata non solo su 5G, porti, app e servizi come Alibaba, TikTok e WeChat o ancora interesse nei confronti dei luoghi dai quali passano cavi sottomarini (nella sua ultima visita in Italia il presidente cinese passò non a caso dall’isola, sia per la sua rilevanza logistica, sia perché nel mare siciliano passano cavi strategici per le comunicazioni da e verso il Nord Africa). Ma anche su mosse culturali, che – assieme a poli come i centri Confucio, ai quali da tempo si guarda negli Usa con grande sospetto – puntano a migliorare l’immagine della Cina all’estero, ammaccata ulteriormente dai disordini a Hong Kong.

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