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La battaglia del Pos è giusta ma occhio alle imprese. Parla De Luca (Confcommercio)

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Va bene la lotta all’evasione, ma attenzione a non azzoppare quel poco di Pil che rimane. Il contrasto all’economia sommersa è uno dei capisaldi della manovra giallorossa, da sola vale non meno di cinque miliardi di euro, sui sette che compongono la parte di finanziaria al netto dell’Iva (23 miliardi). Il governo di Giuseppe Conte punta essenzialmente su due leve. Primo, abbassamento della soglia del contante a mille euro e spinta forte sull’installazione dei Pos, il sistema per il pagamento elettronico. Operazioni che nei fatti dovrebbero consentire alle casse statali di rientrare di capitali finora poco tracciati. Formiche.net ha chiesto un parere a Vincenzo De Luca, responsabile dell’area Fisco per Confcommercio, associazione interessata dai provvedimenti.

De Luca, il governo vuole incrementare l’uso dei Pos. Verrebbe da dire meno male…

Si può essere d’accordo sul ‘meno male’. Vede, noi siamo assolutamente favorevoli sull’installazione dei Pos. E questo per un motivo molto semplice. Incentivare e promuovere l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento è certamente la via giusta considerato che questa è una tendenza sempre più diffusa nel nostro Paese per andare incontro alle esigenze dei consumatori. Tuttavia il tutto deve essere fatto attraverso un meccanismo incentivante e non certo penalizzante.

Si spieghi meglio.

Certo. Chi fa commercio deve essere incentivato a farlo e non bastonato se non lo fa. Per esempio eliminando le commissioni sui micro-acquisti sotto i 30 euro nel primo caso ed escludendo categoricamente sanzioni per chi non installa il Pos nel secondo. In questo modo ci sarà un doppio effetto positivo. Il governo otterrà un’estensione su scala nazionale dei pagamenti elettronici e i commercianti non avranno timore delle sanzioni. Su questi due aspetti il governo non deve fare trucchetti. Ben venga la rivoluzione dei Pos ma senza danneggiare la nostra economia con atteggiamenti vessatori verso chi fa commercio. L’utilizzo del Pos rimane una priorità, ma certo non convince, la previsione di obblighi di tenuta di questo strumento e ancor di più, di sanzioni nel caso di mancato utilizzo.

Le banche però potrebbero avere qualcosa da ridire sull’abbattimento delle commissioni sui piccoli acquisti. O no?

Certo, ma vorrei far notare che con l’Abi (l’associazione delle banche, ndr) stiamo lavorando a un accordo proprio in questo senso. Un’intesa per limitare al massimo il peso delle commissioni sui commercianti.

Parliamo del contante. Il governo punta a un nuovo abbassamento della soglia.

Un errore. Con il governo Renzi la soglia si era alzata e ora la si vuole abbassare di nuovo. Credo sia sbagliato impedire ai cittadini l’uso di uno strumento legale con una misura restrittiva. Comprendo benissimo le esigenze di lotta all’evasione, ma contante è ancora uno strumento legale e come tale deve essere considerato.

I commercianti hanno avuto una grande vittoria, lo stop all’Iva. Eppure si ha la sensazione che non basti a rimettere in moto l’economia.

Una grande vittoria, ma certo che non basta. Ci sarebbe da incidere pesantemente sul cuneo fiscale. Buste paga più pesanti vuol dire più possibilità di consumare e dunque di aumentare la domanda interna. Il governo ha stanziato 3-5 miliardi al massimo, è poco per il cuneo. Però è un buon inizio, se visto in prospettiva può essere un primo passo. Certamente rimane da fare l’operazione più importante…

Sarebbe?

Una riforma organica dell’Irpef. Che preveda tre aliquote al posto delle attuali cinque che, oggi, vanno da quella minima del 23% a quella massima del 43%, con la contestuale rimodulazione degli scaglioni di reddito e l’introduzione di una no tax area uguale per tutte le categorie di contribuenti. In questo modo si consentirebbe di eliminare le attuali detrazioni da lavoro che determinano ingiustificate disparità di trattamento per cui, oggi, si è considerati incapienti se il reddito di lavoro dipendente o da pensione non è superiore ad 8 mila euro. Qui il governo deve darsi una mossa.

De Luca, torniamo al punto di partenza. Il premier Conte ha detto di non voler trasmettere ai commercianti la sensazione di volerli penalizzare.

D’accordissimo. Lo dimostri.

 

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