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In Umbria vince la squadra, ma no al partito unico. Parla Romeo (Lega)

Mentre svaniscono i postumi da sbornia elettorale dopo una clamorosa vittoria che l’ha messa alla guida della (ex) rossa Umbria, la Lega guarda già al futuro e bussa al portone di Palazzo Chigi. Questione di tempo, dice Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato, e la maggioranza rossogialla dovrà fare le valigie. Il senatore parla di vittoria di squadra, ma dice no a un partito unico del centrodestra, “ognuno ha identità e storie diverse”.

Romeo, è un avviso di sfratto?

I risultati parlano chiaro. Il governo non è mai davvero decollato. Ha posto la fiducia sul suo primo decreto, ha messo la firma su una manovra che non piace a nessuno. Il crollo in Umbria, soprattutto dei Cinque Stelle, indubbiamente creerà problemi all’interno della maggioranza.

Quindi?

Quindi ci auguriamo che tolgano il disturbo al più presto. Se avesse un minimo di dignità una maggioranza che si rende conto di essere minoranza fuori dal Parlamento permetterebbe al Paese di votare.

Vittoria della Lega o del centrodestra?

È stata una vittoria di squadra. La manifestazione a piazza San Giovanni del 19 ottobre ha dimostrato l’entusiasmo che c’è intorno a questa novità. Non si tratta del solo centrodestra, ma di una grande coalizione degli italiani che va oltre e abbraccia decine di liste civiche. Un grande polo cui oggi fanno riferimento anche gli elettori di Pd e Cinque Stelle delusi.

Quindi ora cercherete anche loro?

Certo. Tanti degli ex elettori di Cinque Stelle e Pd che incontriamo per strada non si riconoscono in questa alleanza contro natura e chiedono un progetto politico chiaro, non vogliono litigi e spartizioni di poltrone ma una grande Italia dei sì.

I numeri parlano: per la prima volta due partiti sovranisti insieme, Lega e Fratelli d’Italia, sfiorano il 50%. Berlusconi è ancora necessario alla Lega?

Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per mandare a casa questo governo, far tornare l’Italia protagonista e rimetterla al centro dell’Europa. Non mi impunterei sulle formule politiche. Come ho detto, c’è un universo civico che non si rispecchiava nei partiti di centrodestra e oggi vede in Salvini qualcosa di nuovo. Abbiamo tanto sentito parlare di frenata dei cosiddetti “partiti sovranisti”, evidentemente i cittadini sono più intelligenti di come li dipingono i mass media.

Immaginate un partito unico nel prossimo futuro?

Continueremo a lavorare insieme. Ma è comprensibile che dietro al gioco di squadra ci siano identità e storie diverse che devono essere preservate.

La leadership di Conte traballa?

Conte è nervoso. Dopotutto ha in sospeso due questioni non secondarie. Da una parte la vicenda del Russiagate, con un’indagine penale americana che avrà presto nuovi sviluppi. Dall’altra il conflitto di interessi rivelato dal Financial Times. Non è proprio l’ultimo giornale, sarebbe opportuno che riferisse in Parlamento.

Quest’estate Salvini si è rifiutato di farlo.

Infatti. Conte invece diceva che si sarebbe dovuto presentare perché il Parlamento è per eccellenza il luogo del confronto di fronte ai cittadini e ai rappresentanti. Mi sembra che predichi bene ma razzoli male.

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