Non è un momento facile sui mercati occidentali per Huawei, il colosso cinese iscritto in una “lista nera” del Dipartimento del Commercio Usa dall’amministrazione Trump, il che vieta alle società statunitensi di vendere i loro prodotti alla compagnia della Repubblica Popolare in assenza di una specifica licenza. Una circostanza che sta creando grossi problemi al gigante di Shenzhen – che non potrà più utilizzare sui suoi device i popolari servizi di Google come Gmail e Maps – e che dopo i contraccolpi iniziali sta provando ora faticosamente a rimediare, con una serie di azioni che coinvolgono anche l’Italia.
IL DEVELOPER DAY A MILANO
Con queste intenzioni, Huawei terrà il 26 novembre a Milano il primo Developer Day italiano, una conferenza per gli sviluppatori (in totale sarebbero un milione nel mondo) che mira a rafforzare anche in Italia con Huawei Mobile Services, l’ecosistema dei servizi per dispositivi mobili della compagnia cinese alle prese con i paletti americani.
IL PIANO DI HUAWEI
Quello italiano è in ogni caso un piccolo pezzo di un piano che – hanno annunciato i vertici della compagnia – porterà in tutto Huawei a spendere 40 miliardi di dollari per forniture in Europa nei prossimi cinque anni, al fine di compensare il divieto di accesso ai prodotti statunitensi. Una strategia che, evidenziano alcuni analisti, sarebbe mirata anche a separare le due sponde dell’Atlantico su questo e altri dossier, come quello strategico e di sicurezza delle nuove reti 5G.
UN PIANO DIFFICILE
Tuttavia non si tratterà di un percorso semplice. Difficilmente Huawei, avevano spiegato addetti ai lavori a Formiche.net, convincerà i consumatori di tecnologia europei e americani a rinunciare non tanto a Android (che essendo open source può ancora essere utilizzato), ma piuttosto all’ampio ecosistema di servizi targati Mountain View. Non a caso i conti non consentirebbero di festeggiare. A giugno era stato lo stesso Ren Zhengfei, il fondatore della telco, a spiegare che Huawei aveva tagliato di trenta miliardi di dollari le stime dei ricavi per il 2019-2020, fissando le vendite attorno ai cento miliardi di dollari (89,16 miliardi di euro) e prevedendo un crollo del 40% delle esportazioni di smartphone prodotti dal gruppo per il 2019 (mentre dovrebbe contare su una sostanziale tenuta nel mercato interno e in alcuni Paesi asiatici).