Cultura, alfabetizzazione, memoria storica, democratizzazione, ma anche innovazione, resilienza e divertimento. È tutto questo – e molto altro – la Rai, di cui si è ampiamente parlato nella giornata mondiale della televisione in occasione della presentazione del nuovo programma televisivo “Era la Rai. Alle origini del servizio pubblico”, curato da Lilli Fabiani e realizzato dall’Università Uninettuno. Alcuni dei più importanti interpreti della storia televisiva – che saranno poi protagonisti dello stesso programma Tv – si sono dunque incontrati quest’oggi per parlare del ruolo che la Rai ha avuto nella crescita, culturale ma non solo, del nostro paese.
Da Pippo Baudo a Fabiano Fabiani, passando per Furio Colombo e Giovanni Minoli, si sono celebrati i grandi valori della televisione e della Rai, ripercorrendo ciò che la stessa ha dato agli italiani, ma anche interrogandosi su come lo strumento è cambiato e su come cambierà ancora negli anni a venire. “Siamo alla vigilia avanzata di una grande rivoluzione tecnologica, che trasformerà il mezzo televisivo”, ha commentato Pippo Baudo: “La televisione è cambiata moltissimo – ha ripreso Fabiano Fabiani – così come il resto mondo”. Ma il media televisivo, hanno convenuto all’unanimità, si sta muovendo nel giusto senso accanto ai grandi cambiamenti che i medium stanno vivendo, riuscendo così non a subire l’innovazione, bensì a cavalcarla.
(Foto di Umberto Pizzi. Riproduzione riservata)