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Quanto incassa (e cosa rischia) Gazprom dal gasdotto TurkStream?

Quanti e quali benefici (accanto ai rischi) vi sono per i players coinvolti nel gasdotto TurkStream la cui cerimonia di apertura vede oggi Vladimir Putin presente a Istanbul? Le firme con Recep Tayyip Erdogan quali scenari aprono in considerazione del fatto che anche Ungheria, Bulgaria e Serbia dipenderanno da TurkStream? La capacità della Turchia di moltiplicare i termini di sicurezza energetica quanto influenzerà equilibri e partnership future? Analisi, scenari e contromosse Usa.

TURK STREAM

Attraverso il nuovo gasdotto, Ankara punta a sfruttare al meglio la sua posizione geografica vantaggiosa, assumendo il ruolo di hub energetico per un’area molto vasta. Un passaggio che si intreccia con il quantum dell’incasso russo. Secondo Aleksei Grivach, vice direttore della Fondazione per la sicurezza energetica, il TurkStream porterà a Gazprom un incasso da circa 500 milioni l’anno. Era stato lo stesso Famil Sadigov (vicepresidente di Gazprom) un mese fa a osservare che i gasdotti Turkish Stream e Nord Stream 2, se a pieno carico, avrebbero potuto incrementare gli incassi di oltre 1,5 miliardi di dollari l’anno. Con la logica conseguenza che il Turkish Stream rappresenti un terzo del profitto totale.

IMPATTO

Il progetto del Turk ha due linee, ognuna delle quali con una capacità di carico di 15,75 miliardi di metri cubi di gas naturale. L’impatto del nuovo gasdotto sul costone balcanico sarà significativo. La Turchia può incrementare la sua strategicità in termini di sicurezza energetica accanto al crescente impulso del partenariato tra Botas e Gazprom, i due soggetti che gestiranno in concreto la seconda linea del vettore in grado di raggiungere l’Europa. Per cui se da un lato il gasdotto lega ancora di più i destini geopolitici ed economici di Mosca ed Ankara, dall’altro guardando a scenari interconnessi come Siria e Libia potrebbe offrire una notevole flessibilità alla Turchia in politica estera.

REAZIONI

In questo quadro si inserisce il ragionamento sugli effetti a 360 gradi del TurksStream, non solo in termini economici ma principalmente geopolitici. La Grecia è diventata la chiave per la strategia degli Stati Uniti sia relativamente alla commercializzazione in Europa del suo gas naturale, sia alla nuova concezione del mercato europeo post alleanza energetica russo-turca.

La visita del Premier greco Kyriakos Mitsotakis alla Casa Bianca di ieri è in questo senso una ulteriore dimostrazione. La risposta occidentale al TurkStream si ritrova nell’alleanza tra Usa, Israele, Egitto, Cipro e appunto Grecia tarata sull’industria del gas naturale liquefatto (GNL). La considerazione di fondo che sta influenzando policies ed alleanze è che almeno fino al 2040, quando saranno disponibili altre tecnologie, la transizione energetica dipenderà proprio dal gas naturale.

BALCANI

Ma se da un lato il Turk è in fase avanzatissima, con tutte le conseguenze logistiche che ne derivano, dall’altro al fine di rompere il monopolio del gas nei Balcani ecco l’azione della Grecia che diventa inaspettatamente nuovo player a cavallo fra tre aree di influenza. Tramite Desfa, l’operatore greco del sistema di trasporto del gas, Atene avrà compressori che gli consentiranno di pompare gas verso nord in Bulgaria attraverso l’oleodotto trans-balcanico. In questo modo potrà potenzialmente esportare Gnl americano nei Balcani, in attesa del nuovo gasdotto Desfa, ovvero il Gas Interconnector Grecia-Bulgaria (IGB), che sarà il competitor del Turkish Stream.

ALEXANDRUPOLIS

La stessa Desfa, che è parte attiva in primari progetti internazionali come il gasdotto Tap e l’Eastmed con l’italiana Edison, si è vista approvare pochi giorni fa dal proprio Cda la partecipazione con il 20% dal capitale azionario di Gastade SA, la società che ha intrapreso l’implementazione del terminal GNL della Grecia del Nord, ad Alexandroupolis, il cui porto sta per essere privatizzato da un player americano e dove lo stesso porto rientra nell’accordo per l’utilizzo da parte degli Usa di quattro basi su suolo ellenico.

Occorre sottolineare come la stazione è un complemento all’Igb ed è stata ideata con una capacità di stoccaggio fino a 170.000 metri cubi di Gnl e 22,7 milioni di capacità di gassificazione al giorno (8,3 miliardi di km / anno). Verrà ancorata a pochi chilometri dalla zona costiera di Alexandrupolis, grazie ad un sistema di tubazioni offshore e interne da circa 30 chilometri. Lo scorso novembre a Roma è stato siglato un protocollo d’intesa dal viceministro greco dell’energia Gerassimos Thomas e dal ministro dello sviluppo economico italiano Stefano Patuanelli, che coinvolge l’operatore di gas naturale Snam in Grecia e appunto Desfa.

twitter@FDepalo



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