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Pence a Roma. Così l’Italia può rilanciare i rapporti con gli Usa. L’analisi di Mayer

La disputa tra Stati Uniti e Cina sul 5 G è innanzitutto uno scontro tra visioni culturali e valori ideali.  C’entrano anche le tensioni commerciali, la gara tecnologica e i rischi di spionaggio.

Ma il cuore dello scontro su cui politici e osservatori sorvolano è di ben altro spessore.  Il Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui nostri servizi segreti presieduto da Raffaele Volpi ha lanciato sul 5G un allarme molto chiaro.

Per la Cina le nuove tecnologie digitali (e in particolare 4G, 5G e 6 G) sono già uno strumento efficiente e relativamente poco costoso (cellulari e video camere in rete e incrocio di Big Data) che lo Stato utilizza per monitorare, giudicare, punire e premiare i comportamenti dei cittadini.

Questa visione ideologica fondata sulla “reputazione sociale’”certificata dallo Stato (il cosiddetto Social Credit System) si fonda su tradizioni antiche della cultura popolare cinese e sul più recente ruolo del Partito comunista cinese (Pcc), ma sono al tempo stesso espressione di una visione tecnocratica profondamente illiberale. Come reagirebbe un cittadino italiano se sulla base di un responso di un computer di Stato gli fosse impedito per due anni di prendere un volo aereo o un treno ad alta velocità?

Mi piacerebbe che dall’incontro a Roma fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Spence prenda vita una iniziativa di public diplomacy su questo nucleo essenziale della cultura liberale. Potrebbe essere un modo intelligente di rilanciare la cooperazione bilaterale tra Italia e Stati Uniti in nome della cultura politica e dei valori fondamentali che davvero ci uniscono.

Si può discutere di dazi e di tutela del patrimonio scientifico e industriale, ma non si può accettare tanto più dopo la posizione unanime del Copasir che il governo italiano si presenti incerto e diviso su temi di questa portata. Non sappiamo se, come si vocifera, il ministro Stefano Patuanelli il capo della delegazione del Movimento 5Stelle nell’esecutivo. Non è questo il problema, il punto è un altro.

Quello che conta è che Patuanelli corregga il tiro studiando più attentamente il dossier 5G e la posizione del Copasir. L’Italia non può presentarsi di fronte al mondo e  alla stessa comunità euro-atlantica di cui è parte determinante  con un Governo diviso su temi di questo tenore e di alto profilo Costituzionale. Anche per Patuanelli come per tutti noi errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

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