Ci vorranno giorni, forse settimane, per capire cosa otterrà realmente. Per il momento, sappiamo che la missione di ieri pomeriggio per Erdogan è stato in primo luogo uno show-down a uso e consumo della propaganda interna e un modo di far vedere che lui in Europa c’è già, almeno come leader di riferimento per le comunità turche e musulmane che vivono in Ue.
Prova ne sono le decine di persone che ieri lo hanno accolto con bandiere turche e inneggiando all’unità islamica. Una dimostrazione, nel caso ce ne fosse bisogno, che a fronte di tante persone di fede musulmana che vogliono vivere in Europa pacificamente, nel Vecchio continente si stia instaurando anche un modello Islam politico che, se non affrontato, è destinato a causarci diversi problemi nel medio termine. Per il resto, la visita è stata qualcosa a metà fra un ultimatum e una contrattazione.
La visita con il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, si è risolta con un sostanziale nulla di fatto. Il capo dell’Alleanza Atlantica ha manifestato la vicinanza di tutto il Patto ad Ankara per quanto riguarda gli attacchi ricevuti dalle truppe di Assad nel nord della Siria, ma, nonostante gli appelli di Erdogan, che vorrebbe tutti i Paesi della Nato coinvolti sul confine, si è guardato molto bene da spingersi così in là. In compenso si è soffermato sulla situazione a un’altra frontiera, quella con la Grecia, segno che l’Alleanza Atlantica è molto più preoccupata dalle guerre dentro le mura di casa.
Più proficuo, anche se dobbiamo ancora capire quanto, il colloquio con il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La Turchia riassorbirà i migranti che in questo momento premono sui confini della Grecia. A che prezzo, però, non è ancora stato reso noto. L’accordo del 2016 rimane come framework, ma le nuove condizioni saranno stabilite, meglio usare il termine contrattate, dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu e dal capo della diplomazia europea, Josef Borrell.
In un certo senso, la vera missione inizia ora. Si dovrà capire che cosa la Ue intenderà concedere a Erdogan dal punto di vista economico e politico, se riuscirà solo a ottenere più soldi o anche la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. Se concessa, questa per lui sarebbe la vittoria più grande di tutte.