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Dopo gli Emirati, tocca al Bahrein riconoscere Israele (sotto gli occhi di Trump)

Dopo aver, con l’Arabia Saudita, aperto i propri cieli ai voli in transito da Israele agli Emirati Arabi Uniti il Bahrein si appresta a diventare il prossimo Paese del Golfo a normalizzare i rapporti con lo Stato ebraico. A gestire il dossier per Washington, rivela Axios, sono stati Jared Kushner, genero e consigliere del presidente Donald Trump, e il segretario di Stato Mike Pompeo, reduci da un recente viaggio a Manama.

L’aveva preannunciato qualche giorno fa il presidente Trump: “La prossima settimana alla Casa Bianca avremo la firma tra Emirati Arabi Uniti e Israele, e potrebbe aggiungersi un’altro Paese”. E così sarà: martedì davanti al presidente ci sarà, oltre al premier israeliano Benjamin Netanyahu e al ministro degli Esteri emiratino Abdullah bin Zayed Al Nahyan, anche il principe eredito del Bahrein Salman bin Hamad Al Khalifa. Alla cerimonia potrebbero presenziare, inoltre, anche alcuni diplomatici di Oman e Arabia Saudita, indiziati come i prossimi a normalizzare i rapporti con lo Stato ebraico.

I giornali israeliani sottolineano l’importanza della conferenza Peace for prosperity organizzata dall’amministrazione Trump lo scorso anno in Bahrein a cui avevano partecipato diversi funzionari del governo di Gerusalemme. La normalizzazione dei rapporti significa scambi commerciali, l’apertura di ambasciate e cooperazione in materia di sicurezza (in particolare, si va rafforzando l’asse anti Iran).

Per il tandem Trump-Netanyahu è il terzo successo diplomatico in poche settimane: dopo la normalizzazione tra Israele ed Emirati Arabi Uniti e l’accordo tra Kosovo e Serbia (che come spiegato su Formiche.net interessa anche lo Stato ebraico), oggi l’annuncio di una nuova normalizzazione.

Aaron David Miller, senior fellow del centro studi Carnegie Endowment ed ex funzionario del dipartimento di Stato Usa che ha seguito da vicino i negoziati israelo-palestinesi, ha evidenziato via Twitter come il “consensus arabo sulla Palestina — se ce ne fosse uno — si sta frantumando”.

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