Preciso, meticoloso, a tratti affilato. Senza dubbio lucido, che di questi tempi è una rarità. Mario Draghi è stato per Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, un po’ tutto questo nella mattinata riminese. Un uomo dalle indubbie capacità che ha toccato i punti giusti al momento giusto, fornendo alla platea del Meeting, ma non solo, una ricetta per un domani migliore, magari a prova di pandemia.
“Ho molto apprezzato il passaggio sui giovani, che rischiano di essere le grandi vittime di questa pandemia se non si farà qualcosa per loro”, spiega Casini a Formiche.net. “La situazione odierna richiede una sensibilità nella quale mi ritrovo e Draghi l’ha espressa. Oltre a ribadire, quasi fideisticamente, che senza Europa non è possibile battere e vincere questa crisi”.
Altro aspetto, sottolinea Casini, “l’assetto geopolitico, che è completamente cambiato: la crisi del multilateralismo, delle alleanze nazionali. Viviamo in un mondo che non è più governato da logiche di potenza, e per questo è un mondo molto problematico da vivere”. Il filo rosso che però unisce tutte le varie parti del discorso di Draghi, è la speranza.
“La politica è speranza, nel giorno in cui non ci dovesse essere più speranza allora finisce la politica. Anche qui mi ritrovo nelle parole di Draghi, non tutto è perduto. Il problema è che il cammino sarà molto duro, non sarà un pranzo di gala ma sicuramente un percorso accidentato e difficile”, spiega Casini. Che, a proposito di speranza, non chiude alla possibilità che il messaggio di Draghi possa fare breccia nei palazzi italiani. “Se la politica è intelligente, i messaggi di persone come Draghi verranno ascoltati e ne verrà fatto tesoro. Ma se al contrario dovesse esserci miopia e chiusura, allora tutto questo non succederà”.
E che dire dell’accusa più dura di Draghi a quella politica che, volente o nolente, sta rubando il futuro ai giovani. “In effetti questo sta già avvenendo, anche con il sistema pensionistico. Stiamo scaricando sulle giovani generazioni il costo di uno Stato sociale che non riusciamo a sostenere. La stessa politica del debito è anti-giovanile. Per questo servono politiche virtuose e sane. Un esempio? Basta coi sussidi a pioggia. Lo ha detto anche Draghi, c’è poco da distribuire se si produce poco”.