Il Tribunale di Roma ha assolto Roche e Novartis – e i relativi amministratori delegati in carica all’epoca dei fatti – accusate di aggiotaggio nel caso Avastin-Lucentis. Secondo quanto riportato dalla sentenza, infatti, il fatto non sussisterebbe, essendo i farmaci non in concorrenza tra di loro – come si supponeva – ma alternativi, poiché Avastin può essere impiegato solo nelle indicazioni oftalmiche non coperte da Lucentis.
IL CASO
I due farmaci, entrambi utilizzati per il trattamento di una malattia degenerativa della retina, la maculopatia oculare, sono prodotti e commercializzati rispettivamente da Roche (Avastin) e da Novartis (Lucentis). Secondo l’accusa, le due aziende si sarebbero accordate per limitare il consumo del farmaco meno costoso, condizionando la scelta terapeutica dei medici e facendo venir meno sia il principio di libera concorrenza che quello della libertà di scelta dei consumatori. A fronte di un prezzo che si aggira intorno agli 80 euro dell’Avastin, infatti, il Lucentis presenta un prezzo di circa 900 euro per dose.
I FATTI
La vicenda si apre nel novembre 2009 quando l’Emilia Romagna invia una segnalazione all’Antitrust con l’obiettivo di autorizzare i propri medici, ove possibile, a prescrivere il farmaco meno costoso, l’Avastin, seppure in regime off-label (l’indicazione ufficiale del farmaco è difatti oncologica) . Segue solo nel 2011 il primo studio indipendente (Catt – Comparison of age. Related macular degeneration treatments trials) che, pubblicato sul New England Journal of Medicine, dimostrava a suo avviso la sovrapponibilità sia in termini di efficacia sia di sicurezza di Avastin e Lucentis.
IL PROCEDIMENTO ANTITRUST
Di lì a breve si susseguono una serie di comunicazioni da parte dell’Agenzia italiana del farmaco che si concludono nel febbraio 2013 con l’avvio di un procedimento da parte dell’Autorità garante per la concorrenza e per il mercato nei confronti Roche e Novartis, accusate di una possibile intesa orizzontale volta a limitare la concorrenza fra le stesse imprese nel mercato. Lo stesso procedimento si conclude esattamente un anno dopo, con una multa pari a 182 milioni di euro a capo di entrambe le multinazionali.
TRIBUNALE DI ROMA: IL FATTO NON SUSSISTE
Il provvedimento Antitrust ha a sua volta generato negli anni diversi procedimenti, tra i quali quello penale per il reato di aggiotaggio, da cui le multinazionali sono state assolte. Il Tribunale di Roma ha difatti acccertato l’assoluta inconsistenza dell’accusa, accogliendo le tesi difensive di Novartis. La sentenza, inoltre, rappresenta un punto di svolta nella vicenda giuridica in quanto accerta, come si legge nella nota della casa farmaceutica svizzera, che nessuna delle due aziende ha fornito informazioni false o tendenziose agli operatori sanitari o alle autorità regolatorie, che sarebbero sempre state poste nella “condizione di esercitare il proprio ruolo in maniera pienamente informata e indipendente, per quanto concerne tanto la definizione del prezzo del farmaco quanto gli aspetti legati alla sicurezza dei pazienti”.
LA POSIZIONE DI NOVARTIS
“Emerge con evidenza – ha dichiarato la casa farmaceutica svizzera – che l’azienda ha sempre agito nell’interesse dei pazienti, in particolare per quanto riguarda l’appropriatezza e la sicurezza dei trattamenti, requisiti che rappresentano, in oftalmologia come in ogni area terapeutica, una priorità assoluta”. Novartis, difatti, “accoglie con soddisfazione il pronunciamento del Tribunale di Roma”.