Nel 2019 in Italia sono stati avviati a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: 9 milioni 560mila tonnellate sui 13 milioni e 655 immessi al consumo. Se al riciclo si somma anche il recupero energetico, le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Nel dettaglio: 400mila tonnellate di acciaio; 51mila di alluminio; 3 milioni 900mila di carta e cartone; 2 milioni di legno; 1 milione 54mila di plastica e 2 milioni 70mila di vetro. Le quantità maggiori di rifiuti di imballaggio avviati a riciclo provengono dalla raccolta differenziata urbana, grazie all’Accordo Anci-Conai che ha raggiunto gli oltre 58 milioni di abitanti serviti (92% dei Comuni italiani) e che nel corso del 2019 per coprire “i maggiori oneri della raccolta differenziata” ha permesso il trasferimento di 648 milioni di euro dal Conai ai Comuni. Altri 421 milioni di euro sono stati destinati dal Consorzio alla copertura dei costi per le attività di trattamento, riciclo e recupero.
Sono questi i dati relativi ai risultati conseguiti dal Consorzio lo scorso anno e presentati oggi all’Assemblea del Conai dal presidente uscente Giorgio Quagliuolo. “Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi che l’Europa chiede entro il 2025 – ha sottolineato Quagliuolo –. L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio gestiti dal Conai sono molto positivi, avendo tutti raggiunti gli obiettivi al 2025, tranne la plastica. È importante continuare a lavorare sia sulla strada dello sviluppo delle nuove tecnologie per il riciclo sia su quella della prevenzione, incentivando eco design e design for recycling”.
Tanto per avere dei numeri di riferimento, la nuova direttiva imballaggi, che sta per essere recepita nell’ordinamento nazionale, prevede nuovi obiettivi di riciclo al 2030 e al 2050. Se guardiamo quelli relativi ai prossimi dieci anni vediamo che cinque consorzi su sei dichiarano, nei loro Piani di prevenzione e gestione, di superarli entro quest’anno: Acciaio 78,8% (obiettivo 70%); Alluminio 74,6% (obiettivo 70%); Carta e Cartone 81,2% (obiettivo 75%); Legno 64,7% (obiettivo 25%); Plastica 48,1% (obiettivo 50%); Vetro 81,4% (obiettivo 70%).
I quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti dai comuni ai consorzi del Conai sono cresciuti nell’ultimo anno del 14,3%: incremento registrato soprattutto nel Centro-Sud con un più di oltre il 16%; la raccolta della plastica nel Centro e quella del vetro nel Sud. Ed è nella logica delle cose, come ricorda sempre il presidente Quagliuolo: “Molte Regioni del Nord rappresentano già esempi virtuosi. Il Mezzogiorno ha più strada da fare e margini di miglioramento più ampi, soprattutto per la drammatica carenza di impianti. Ma al nostro Paese occorre una visione di lungo periodo. La domanda di materiale riciclato è ancora debole e va incentivata: servono norme chiare sull’End of Waste, una concreta attuazione del Green Public Procurement e un’incentivazione fiscale per chi usa materie prime seconde”.
Un focus sui risultati conseguiti nel 2019 è stato fatto anche da due filiere del Conai: quella del legno (Consorzio Rilegno) e quella dell’alluminio (Consorzio Cial) che hanno convocato in questi giorni le loro assemblee.
Il riciclo del legno in Italia sfiora i 2 milioni di tonnellate, oltre il 63% dell’immesso al consumo (3 milioni 165 mila tonnellate), uno dei più alti in Europa. La gran parte di questo materiale è costituito da pallet, imballaggi industriali, ortofrutticoli e per alimenti; una quota importante, pari a 676mila tonnellate, proviene dalla raccolta urbana realizzata attraverso le convenzioni attivate con oltre 4mila 500 Comuni. A livello territoriale le Regioni con i maggiori volumi raccolti sono la Lombardia (484 mila tonnellate, il 25% del totale), l’Emilia Romagna (278 mila), il Piemonte (170 mila), il Veneto (162 mila) e la Toscana (152 mila).
“I dati del 2019 confermano un trend di costante crescita nella raccolta e nel riciclo del legno – ha detto il presidente del Consorzio Nicola Semeraro –. L’anno in corso presenta incognite dovute alla crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando. Il Consorzio non ha mai rallentato la sua attività anche nei mesi del lockdown, garantendo la raccolta e l’avvio al riciclo del legno in tutta Italia: un sistema, quello di Rilegno, che rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare che non crea solo valore economico, ma permette di abbattere di un milione di tonnellate le emissioni di CO2”.
Con 51mila 400 tonnellate di imballaggi in alluminio riciclate nel 2019, pari al 70% dell’immesso al consumo (73.400), l’Italia si conferma tra le eccellenze a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto. Un risultato importante per il nostro Paese, la cui produzione di alluminio si basa al 100% sul riciclo, che ha consentito di evitare emissioni di gas serra pari a 381 tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 164mila tonnellate equivalenti di petrolio. Tutto questo grazie agli oltre 5mila 400 Comuni e ai circa 46 milioni di cittadini che hanno attivato la raccolta differenziata di questo materiale nell’ambito dell’Accordo Anci-Conai.
“Il conseguimento del riciclo al 70% nel 2019, superiore agli obiettivi fissati dalle nuove direttive europee sull’economia circolare – ha commentato il presidente del Cial Bruno Rea – conferma che il sistema nazionale di gestione degli imballaggi in alluminio ha ormai raggiunto un alto livello di efficienza. Un ulteriore elemento di soddisfazione riguarda l’impegno delle imprese della nostra filiera che, grazie ai miglioramenti introdotti dall’innovazione tecnologica, rendono l’imballaggio in alluminio sempre più affine e coerente con i principi della prevenzione e con le politiche e i modelli di sviluppo socio-economici della green economy”.