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C’è un giudice in Europa? Così Bruxelles entra (forse) nel dossier Autostrade

Altantia gioca la carta Europa nel lungo braccio di ferro con il governo italiano, intrapreso sulle concessioni dopo il crollo del Ponte Morandi, nell’agosto 2018. La holding della famiglia Benetton, che controlla la società Autostrade (100%) e la società che gestisce gli scali romani di Fiumicino e Ciampino (oltre ad altri hub francesi), avrebbe infatti inviato una lettera a Bruxelles, accusando il governo italiano di violare le norme europee. Ieri erano circolati dei rumors, confermati oggi dal Financial Times.

Secondo il quotidiano inglese, la missiva sarebbe indirizzata al vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. L’obiettivo è dimostrare agli occhi dell’Europa la violazione delle norme in materia da parte del governo italiano.

Come noto, il Movimento Cinque Stelle è da sempre intenzionato a chiedere la revoca delle concessioni in mano ai Benetton. Ma l’operazione avrebbe un costo (alla scadenza naturale mancano diversi anni) che potrebbe facilmente superare i 20 miliardi, dal momento che il rischio contenzioso è alto.

In alternativa a una revoca traumatica, ci sarebbe la possibilità per i Benetton di diluirsi nel capitale di Autostrade, fino a scendere sotto la soglia del 50% e lasciando dunque la maggioranza ad altri azionisti. In quel caso, nei piani del governo, potrebbe farsi avanti il tandem Cdp-F2i. E per decidere sul da farsi il governo italiano ha tempo fino al 30 giugno.

Tornando alla notizia odierna, “nella lettera – si legge sul FT – i vertici di Atlantia hanno denunciato come la nuova legge (il decreto Milleproroghe che riformula gli indennizzi in caso di revoca, ndr) consentirebbe al governo di ridurre drasticamente il risarcimento dovuto alla società in caso di recesso anticipato o modifica del meccanismo di fissazione del pedaggio”.

Per questo Atlantia “ha chiesto a Bruxelles di assumere una pronta e ferma iniziativa verso le autorità italiane per far fronte alla violazione del diritto comunitario”. In altre parole, conclude il FT citando sempre la lettera  il governo avrebbe spinto Atlantia “a vendere la sua quota di maggioranza in Autostrade a Cassa Depositi e Prestiti ad un prezzo ridotto, creando danni significativi a migliaia di investitori italiani ed esteri”.



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