Skip to main content

Il debito italiano? Una bomba a orologeria. Parola del Washington Post

Una polveriera chiamata Italia. Il Belpaese è sull’orlo di una crisi del debito sovrano, e questa non è una buona notizia per l’Europa e gli Usa.

L’allarme arriva da un’analisi del Washington Post. “Se non sarà organizzata una sorta di salvataggio finanziario, l’Italia potrebbe essere spinta fuori dall’euro, portandosi dietro altri Paesi ad alto indebitamento”, scrive Robert Samuelson.

“Gli Stati Uniti e le economie globali sono in uno stato pericolante, e noi stiamo sottovalutando i pericoli – scrive l’analista – dietro l’angolo c’è un’altra, grande minaccia: una crisi globale del debito che, con epicentro in Europa, destabilizzerebbe ulteriormente un mondo già in difficoltà nella lotta alle drastiche conseguenze della pandemia di coronavirus”.

L’Italia ha tutti gli ingredienti per innescare una crisi del debito sovrano e trascinarsi dietro l’Eurozona, scrive il quotidiano americano. Secondo Capital Economics, l’Italia a fine 2020 avrà un debito pari al 180% del Pil. Da solo il numero non dice molto. Dovrebbe invece far riflettere se accostato ad altre cifre. Come quelle dell’American Enterprise Institute (Aei), che prevede una contrazione della crescita del 10% e un aumento del disavanzo del 9% del Pil (le stime della Commissione Ue parlano dell’11%).

Un cocktail letale. “La vulnerabilità del debito pubblico italiano risulta non solo dall’alto rapporto debito-Pil del Paese. Piuttosto, è dovuta al fatto che l’Italia ha un alto avanzo primario e una crescita anemica che difficilmente sarà corretta finché i politici saranno ristretti dall’euro – sostiene Desmond Lachman, economista dell’Aei – queste due debolezze faranno crescere ancora di più il rapporto debito-Pil italiano anche se l’Italia sarà ancora in grado di chiedere in prestito a bassi tassi di interesse”.

La recessione e l’impennata del deficit, se la matematica non è un’opinione, aumenteranno il debito italiano. La vera domanda è: fino a che punto sarà sostenibile? Finché il mercato sarà disposto a dare in prestito. Per l’Italia, questa non è più una certezza.

“A seconda di diversi fattori – bassi tassi di interesse, un record di vecchi prestiti ripagati, bassa inflazione – alcuni Paesi possono prendere in prestito più di altri. Anche se il rapporto debito-Pil della Germania sta aumentando, difficilmente qualcuno può pensare che vada in default. Al contrario, l’Italia e la Grecia sono più vicine al dirupo” scrive il quotidiano Usa.

Ma un bailout italiano oggi avrebbe un costo inimmaginabile. È ancora Lachman sull’Aei a snocciolare i numeri: “Il costo di un bailout (dell’Italia, ndr) renderebbe il precedente costo del bailout greco un nano”. Perché? “Con una prospettiva di un deficit di bilancio annuale di 200 miliardi di dollari e 800 miliardi di dollari di titoli di Stato in scadenza nei prossimi due anni, il governo italiano da solo avrebbe bisogno di un bailout da un triliardo di dollari. Per di più, le sue banche avrebbero bisogno di 500 miliardi di dollari per mettersi su un binario stabile”.

Un salvataggio del genere è impensabile, conclude Samuelson sul Washington Post. Anche perché la recente decisione della Corte Costituzionale tedesca “potrebbe impedire alla Germania di partecipare al salvataggio”. E “senza la Germania, la più grande economia europea, altri Paesi potrebbero esitare”. Italia avvisata.



×

Iscriviti alla newsletter