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Perché la Bce troppo italiana finisce nel mirino della Germania

Sembrano lontani i tempi della gaffe di Christine Lagarde, quando la presidente della Bce disse che il compito della Banca centrale europea non è tenere sotto controllo lo spread Btp-Bund. In realtà non sono passati nemmeno due mesi, ma oggi nessuno può sollevare dubbi sul ruolo dell’Eurotower nel controllo dei debiti sovrani. Non lo fa nemmeno Matteo Salvini, che in un recente intervento sul Sole24ore ha indicato proprio nella Bce l’istituzione chiave per realizzare una strategia europea di risposta al coronavirus. La banca che emette l’euro è la stessa dei tempi di Mario Draghi. Forse qualcosa di più. C’è chi, anche in Italia, azzarda e sostiene che oggi a Francoforte “più che la Bce c’è la Banca d’Italia”.

Solo in aprile, quindi nell’ambito del Quantitative easing in versione ordinaria, non nell’ambito del programma di risposta alla pandemia, la Bce ha acquistato titoli di stato italiani per 10,91 miliardi di euro. A marzo erano 11,85 miliardi. Il programma di acquisti prosegue al ritmo di 20 miliardi al mese. La metà sono titoli di debito italiani. Di fatto una monetizzazione del debito, ha scritto oggi il Sole24ore, della quale beneficia soprattutto l’Italia. Sempre a marzo sono stati acquistati 8,32 miliardi di titoli francesi e 4,24 spagnoli. Solo 628 milioni di Bund tedeschi.

Tanta attenzione all’Italia potrebbe avere effetti sul futuro del nostro debito. “Se la Bce dovesse superare il limite statuario del 33% della detenzione relativa di bond di un solo Stato membro, diventerebbe una minoranza di veto a qualunque ristrutturazione del debito”, spiega Bepi Pezzulli, direttore del think tank Italia Atlantica sentito dall’agenzia Alliance. Un bene per l’Italia, ma, a detta di Pezzulli, un fatto che comprometterebbe per sempre la credibilità dell’Eurotower.

“L’obiettivo statutario della Bce del mantenimento della stabilità dei prezzi è stato momentaneamente messo in secondo piano da quello di garantire il salvataggio dei debiti pubblici dei paesi finanziariamente più fragili (tra i quali l’Italia) ed evitare una pericolosa frammentazione del mercato dei sovereign bond”, spiega Emanuele Canegrati, senior econmist di BpPrime. Per questo, spiega Canegrati, “la Bce ha aumentato gli acquisti dei titoli di stato dei Paesi periferici, provvedendo ad effettuare una monetizzazione (indiretta) del debito. Il problema di questa operazione è relativo alla violazione della capital key rule”, cioè dell quota massima di debito di uno stato che la Bce può acquistare.

In questo contesto, si inserisce il giudizio della Corte costituzionale tedesca sul Quantitative easing. Messe da parte le prudenze di altri tempi, i giudici della Bundesverfassungsgericht hanno dato il via libera al programma di acquisti di titoli, anche se hanno chiesto alla Bce di dimostrare che sia rispettato il principio di proporzionalità nei programmi di acquisti. In sostanza troppi titoli italiani acquistati a fronte di una partecipazione del 15,6%. La Bce ha tre mesi di tempo per dimostrare di non esseresi trasformata in una Banca d’Italia e per rispettare la regola del capital Key.



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