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Ubi (consistam). 10 miliardi per imprese e famiglie (senza aspettare il governo)

Ubi banca, uno dei principali istituti italiani va in soccorso dell’economia reale e del Sistema Italia, alla sua prova più difficile da 70 anni a questa parte. Nei giorni scorsi il board di Ubi, ha approvato un maxi-piano per il sostegno al tessuto industriale del Paese. Rilancio Italia, un programma integrato che comprende una pluralità di interventi urgenti del valore fino a 10 miliardi di euro. Tra i destinatari dell’intervento allestito da Ubi, ovviamente le imprese con lo scopo di assicurarne la continuità operativa a fronte di possibili crisi della liquidità. Ma anche famiglie, individui ed enti del terzo settore per sostenerne la tenuta in un momento sociale potenzialmente critico.

Una premessa, prima di tutto. Come spiegano dalla banca a Formiche.net, la qualità del credito vede un Npe ratio lordo al 7,8% a fine dicembre 2018 dal 9,34% di fine settembre e crediti deteriorati lordi in calo di un terzo rispetto al 2018. Dati che dimostrano una certa qualità del credito che verrà erogato al sistema. Qualità che potrebbe aumentare anche grazie alla prosecuzione delle operazioni di pulizia del bilancio, dai crediti problematici. La banca sta infatti valutando un’ulteriore cessione di un portafoglio di circa 800 milioni lordi di sofferenze a pmi, il cui costo è già in parte significativa assorbito nelle rettifiche dell’ultimo trimestre. Con questa operazione l’Npe ratio scende pro forma al 6,9%.

L’AIUTO ALLE IMPRESE

Per le imprese, l’obiettivo è nuova finanza per la liquidità. E dunque, linee temporanee a breve termine o finanziamenti chirografari, anche tramite l’intervento di garanzie di Stato, le stesse appena inserite nell’ultimo decreto del governo. Previsto inoltre l’incremento delle linee di cassa tramite conversione dei fidi accordati. In questo modo parte delle linee di credito commerciali già deliberate ma ancora non utilizzate possono essere convertite in fidi di cassa temporanei. Non è tutto.

Rilancio Italia prevede anche una sospensione per il rimborso ai finanziamenti, ovvero la possibilità di ottenere una moratoria sul pagamento dei finanziamenti in essere. In aggiunta, un sostegno alla digitalizzazione, con la possibilità di attivare sistemi pos o gprs mobile da remoto, in tempi rapidi e a condizioni agevolate per gli esercenti.

E QUELLO ALLE FAMIGLIE

Fin qui gli interventi a sostegno delle aziende. Poi c’è l’altra gamba dell’economia reale le famiglie. Qui Ubi ha previsto una moratoria sul pagamento dei finanziamenti personali in essere per chi ha subito la perdita o una riduzione del lavoro e la sospensione del mutuo prima casa, con la possibilità di ottenere una moratoria sul pagamento dei mutui in essere per le categorie e alle condizioni previste dal decreto Cura Italia. La costante è ancora una volta la digitalizzazione. Nel caso specificio, lo storno di canoni e commissioni alla clientela privata che adotterà sistemi digitali di interazione con la banca per realizzare le principali operazioni.

LE PAROLE DI MASSIAH

“Il gruppo Ubi è parte essenziale del sistema economico nazionale, e nasce in alcune delle aree industriali più importanti d’Europa”, sostiene Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi. “Lo storico legame con il territorio e un forte senso di responsabilità ci portano ad agire con determinazione per aiutare le famiglie e le imprese ad affrontare la crisi. La forza del nostro bilancio e il radicamento territoriale ci permettono di proporre Rilancio Italia per sottolineare l’impegno di una grande banca a favore del Paese”.

IL DIVIDENDO PUÒ ATTENDERE

Intanto l’assemblea degli azionisti di Ubi Banca, svoltasi rigorosamente a porte chiuse a causa dell’emergenza coronavirus, ha approvato con il voto favorevole del 99,9% del capitale presente il bilancio 2019, chiuso con proventi in crescita del 3,4%, risultato della gestione operativa in progresso del 18,5% a circa 1,3 miliardi e un utile netto di 251,2 milioni di euro.

Ma soprattutto, così come stabilito lo scorso 31 marzo, ai soci non è stata sottoposta la delibera sul dividendo. La settimana scorsa Ubi ha infatti deciso di seguire la raccomandazione della Banca Centrale Europea di rinviare il pagamento della cedola almeno fino ad ottobre. “Dopo la data del primo ottobre 2020 e in assenza di diverse indicazioni da parte della Bce – si legge nel comunicato della banca – il cda si riserva di convocare un’assemblea per la trattazione della tematica in questione”.



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