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Milgrom, Wilson e l’importanza delle aste. Il Nobel 2020 che riscrive il mercato

L’economista e l’allievo, se così si può dire. Con un minimo comun denominatore: l’università di Stanford. Il premio Nobel per l’economia 2020 è stato assegnato agli statunitensi Paul Milgrom, 72 anni, e al relatore della sua tesi Robert Wilson, 83 anni, entrambi docenti all’Università di Stanford per “i progressi alla teoria delle aste e l’invenzione di nuovi sistemi di asta”, ha affermato la giuria dell’Accademia svedese che ogni anno in questo periodo designa i vincitori del Nobel, per le diverse categorie. I lavoro e gli studi dei due economisti hanno interessato in particolare le aste, ovvero l’assegnazione delle frequenze di tlc e hanno risolto diversi problemi, per esempio, nell’assegnazione, a mezzo aste, anche dei campi di esplorazione petroliferi.

LA TEORIA DELLE ASTE

Wilson, classe 1937 che avuto fra i suoi allievi lo stesso Milgrom, nato nel 1948, hanno ottenuto il riconoscimento per aver migliorato la teoria delle aste che si occupa di come la gente si comporta nei mercati ad asta che “influenzano la nostra vita quotidiana” e “inventato nuovi format per le aste per beni e servizi difficili da vendere in modo tradizionale, come le frequenze radio, a vantaggio di venditori, acquirenti e contribuenti in tutto il mondo”. Gli economisti della Stanford hanno, nella sostanza, chiarito come funzionino le aste e perché alcuni partecipanti a un’asta si comportino in un determinato modo.

Da una parte Wilson ha sviluppato una teoria per l’asta degli oggetti con un valore comune, dimostrando come quello che è incerto prima dell’asta ma uguale per tutti alla fine. Esempi sono il valore delle frequenze radio o il volume di un minerale in una data area. Wilson ha mostrato i partecipanti a un’asta tendessero a fare offerte sotto la loro stima più alta per il valore comune e questo perché preoccupati della maledizione del vincitore, che consiste nel pagare troppo e sostanzialmente perdere. Per quanto riguarda Milgrom invece, ha analizzato le strategie di puntata in un numero di format di aste molto note, dimostrando che il format dà al venditore un ricavo più alto quando chi punta sa di più del valore attribuito dagli altri compratori.

IL MONDO IN UN’ASTA

D’altronde, le aste esistono da sempre e oggi regolano buona parte della vita quotidiana, dagli acquisti di oggetti vari su Internet, fino al prezzo dell’elettricità, alle tariffe dei cellulari fino ad arrivare alla raccolta dei rifiuti e persino al debito pubblico. Legato anch’esso un’asta, dato che i Btp vengono collocati sul mercato al miglior offerente.

IL COMMENTO DI NICITA

Formiche.net ha chiesto un commento ad Antonio Nicita, ex commissario dell’Agcom, ordinario di Politica economica alla Lumsa, nonché relatore della delibera che ha definito i meccanismi d’asta per il 5G e che ha permesso allo Stato di incassare la cifra record di 6.5 miliardi, pari a oltre il 130% del valore di base d’asta. “Il Nobel a Milgrom e Wilson è un giusto riconoscimento ad un approccio che ha cambiato il modo tradizionale in cui fino ad allora venivano disegnate le aste, specie per le frequenze radio. I regolatori di tutto il mondo hanno presto imparato che per valorizzare appieno le risorse frequenziali i meccanismi d’asta andavano strutturati per indurre i concorrenti a rivelare la propria massima disponibilità a pagare una risorsa limitata e che a tal fine il disegno sia del contenuto posto in gara che delle modalità di offerta dovevano tener conto dell’interdipendenza strategica dei partecipanti”.

“Il principale punto di partenza”, chiarisce Nicita, “risiede nella consapevolezza di una pervasiva asimmetria tra il regolatore e le imprese partecipanti all’asta, circa il valore privato delle frequenze messe a gara, e la correlazione tra i valori privati dei vari partecipanti. L’asta ottimale non serve soltanto a selezionare un vincitore, ma quel soggetto che, operando scelte razionali, attualizza ad oggi il valore corretto d’opzione sul flusso di profittabilità futura delle frequenze, rispetto ai concorrenti. Di fatto il prezzo che si è disposti a pagare è un commitment verso l’impiego ottimo del fattore produttivo per cui si compete”.

E, “nel caso delle frequenze mobili con alcuni fattori correttivi richiesti dalla regolazione europea. Inoltre questi studi ci hanno permesso di capire come operano meccanismi perversi di ‘guerre d’attrito’ e di ‘maledizione del vincitore’. Purtroppo spesso le aziende che partecipano ad aste complicate non sembrano rendersi conto dei complessi meccanismi che governano un’asta e finiscono per spendere troppo. Ma la colpa non è mai del disegno dell’asta, quanto piuttosto della capacità delle imprese di avere chiarezza sul valore privato attribuito e su come interpretare il comportamento strategico dei concorrenti”.

POTERE DEI MERCATI

Sul Nobel per l’economia 2020 ha detto la sua anche l’economista dell’Istituto Bruno Leoni, Carlo Stagnaro. “Direi che la rilevanza di Milgrom e Wilson sta in due aspetti. In primo luogo, i lavoro lavori mostrano come i mercati siano indispensabili per generare un’allocazione efficiente delle risorse, anche di fronte a beni o servizi pubblici (come lo spettro radiotelevisivo o le quote di emissione di CO2). Tuttavia, i mercati devono essere anche disegnati nel modo giusto e, per farlo, bisogna studiare sia come è distribuita l’informazione tra i giocatori, per esempio se vi sono rilevanti asimmetrie informative; sia in quale modo le regole possono influire sul comportamento, gli obiettivi strategici e le aspettative dei giocatori stessi”. Dunque, secondo Stagnaro, “il Nobel riconosce non solo l’importanza del loro ambito di studi, ma anche la sua rilevanza pratica. Ancora una volta, insomma, l’accademia di Svezia premia la ricerca rigorosa ma gravida di applicazioni concrete”.

(Foto The Nobel Prize)


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