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Dagli Usa alla Grecia, cosi Ferrovie dello Stato non perde il treno della crescita

Gara dopo gara, il gruppo guidato dal ceo Gianfranco Battisti conquista pezzi di mercato sempre più grandi. Merito delle liberalizzazioni ormai giunte all’ultimo atto. Adesso la sfida sono i trasporti in Francia e Germania. Mentre la scommessa è l’idrogeno

Ferrovie formato globale, anche nell’era Covid. Il made in Italy corre su due binari e conquista un pezzo alla volta l’industria dei trasporti mondiale, anche grazie alle liberalizzazioni nel settore dei trasporti, ormai giunte al loro ultimo atto. Non è certo una novità la scommessa del gruppo italiano guidato dal ceo Gianfranco Battisti: esportare il meglio della tecnologia, dell’ingegneria e della capacità di fare trasporti italiana. I risultati non hanno tardato ad arrivare, come dimostrano le tante gare vinte in questi ultimi anni dall’azienda di Piazza della Croce Rossa, sia singolarmente, sia in consorzio. Il fiore all’occhiello rimane l’Alta Velocità, ovvero i Frecciarossa. Treni di ultimissima generazione che hanno consentito al gruppo di aggiudicarsi alcune delle tratte più redditizie al mondo.

LA CONQUISTA SPAGNOLA

Uno degli ultimi colpi di Ferrovie riguarda il mercato iberico. Meno di un anno fa, era la fine del 2019, il consorzio Ilsa, composto dalla controllata di Fs, Trenitalia e Air Nostrum, è stato selezionato dal gestore dell’infrastruttura ferroviaria spagnola, come primo operatore privato ad accedere nel mercato iberico.  Il consorzio, che avvierà il servizio a inizio 2022 offrirà 32 collegamenti giornalieri sulla rotta Madrid-Barcellona (16 in ciascuna direzione in una delle tratte più redditizie d’Europa), mentre l’asse Madrid-Valencia avrà otto collegamenti al giorno, sette saranno quelli sia fra Madrid e Malaga sia fra Madrid e Siviglia. Da Madrid ad Alicante, invece, ci saranno quattro collegamenti giornalieri, incrementabili durante le settimane estive di punta. Per quanto concerne la realizzazione dei treni, è stata affidata ad Hitachi Rail e Bombardier Transportation Italy, incaricati di costruire 23 nuovi Frecciarossa 1000 per i servizi alta velocità in Spagna a per un valore economico di circa 800 milioni di euro.

LA CAMPAGNA INGLESE

Non c’è solo la Spagna nello scacchiere di Ferrovie. Anche il Regno Unito si è rivelato terreno fertile per la tecnologia e le infrastrutture made in Italy. Poco più di un anno fa infatti, Trenitalia si è aggiudicata in consorzio con FirstGroup (30% e 70% rispettivamente) una gara per il franchising ferroviario della costa occidentale inglese, comprendente collegamenti intercity fra Londra, Edimburgo e Glasgow e servizi ad alta velocità da Londra a Birmingham. Un’operazione figlia delle storiche liberalizzazioni inglesi per i trasporti (non per la rete, visto che Londra ha di recente ri-nazionalizzato parte della rete ferroviaria dopo le grandi privatizzazioni degli anni 80) che nei fatti ha proiettato Ferrovie in uno scenario sempre più internazionale, proprio nella terra dove il treno è nato.

DESTINAZIONE BERLINO (E PARIGI) 

Tornando sul Vecchio Continente, poi, le liberalizzazioni stanno per fare un altro passo in avanti. Perché si stanno per aprire le tratte interne a Francia e Germania. E qui Ferrovie vuole giocare la sua partita. In altre parole, accadrà in Europa quello che in Italia accade dal 2011 con la nascita di Italo, che ha fatto dell’Italia un precursore nell’apertura dei servizi ferroviari passeggeri al mercato. Ora è la volta di Francia e Germania, che dovranno rendere contendibili tratte che sono tra le top ten europee per volumi di traffico come la Berlino-Francoforte, la Colonia-Amburgo, la Parigi-Lione, la Parigi-Bordeaux.

DALLA GRECIA AGLI USA

Piazza della Croce Rossa, come scritto pochi giorni fa da Affari&Finanza, sta monitorano anche il mercato statunitense, dove ci sono diverse tratte potenzialmente attrattive. Per esempio, una gara in Texas è attesa nei prossimi mesi, ma negli Usa il mercato soffre ancora un forte frazionamento di regole e gare per Stati che non facilita l’arrivo di investimenti esteri. Dall’altra parte del mondo, la Turchia ha linee ad alta velocità e Ferrovie ha rinnovato nei mesi scorsi un accordo che prolunga la sua attività di consulenza ingegneristica e anche di certificazione per l’alta velocità. Per non parlare della Grecia, dove l’anno prossimo il gruppo italiano sarà attivo sulla Atene-Salonicco.

SCOMMESSA ALL’IDROGENO

Fin qui il discorso sulla presenza internazionale. Ma in casa Ferrovie c’è anche un capitolo energia. Ferrovie e Snam hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding per valutare nuovi modelli di business legati allo sviluppo e la diffusione dei trasporti ferroviari a idrogeno in Italia. L’accordo, firmato dai rispettivi amministratori delegati, Gianfranco Battisti e Marco Alverà, prevede la realizzazione di analisi e studi di fattibilità e lo sviluppo di progetti congiunti su linee ferroviarie convertibili all’idrogeno sul territorio nazionale. In particolare, Fs e Snam costituiranno un gruppo di lavoro con l’obiettivo di valutare possibili progetti pilota che prevedano la sostituzione dei combustibili fossili con idrogeno. Le aziende sperimenteranno soluzioni tecnologiche innovative legate alla produzione, al trasporto, alla compressione, allo stoccaggio, alla fornitura e all’utilizzo dell’idrogeno per contribuire allo sviluppo della mobilità sostenibile, anche partecipando insieme a iniziative congiunte oggetto di potenziale finanziamento o gara d’appalto pubblica.

I CANTIERI ITALIANI

In Italia ad oggi Ferrovie è attiva su 1.800 cantieri. Si va dal Terzo Valico dei Giovi, la nuova linea ad Alta Velocità Brescia Est-Verona, il collegamento veloce Palermo-Catania-Messina e la Napoli-Bari. I nuovi interventi riguardano sia il Nord che il Sud d’Italia ma nel solo Mezzogiorno sono destinati 16 miliardi di euro nell’arco del Piano industriale 2019-2023 per infrastrutture stradali e ferroviarie. Basti pensare che nel piano di potenziamento della linea Milano-Genova, è prevista la realizzazione di 53 km, di cui 37 km in galleria, per un investimento di oltre 6,8 miliardi di euro. Al centro del progetto c’è la nuova galleria di Valico a doppia canna, per un’estensione totale di 27 km.



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