Pechino ha ordinato un rafforzamento delle potenzialità belliche dei comandi che si affacciano verso Taiwan. Missili da crociera per colpire l’isola e sistemi russi per la difesa aerea
Le province rivierasche di Zhejiang, Fujian e Guangdong sono state recentemente armate dall’Esercito popolare con nuove, più moderne e potenti, tecnologie. La Cina punta Formosa: Taiwan è comprensibilmente un pallino geopolitico del segretario del Partito/Stato Xi Jinping. Dossier complesso perché per Pechino l’isola è una provincia ribelle e per riannetterla non si esclude completamente l’uso della forza; perderla non si può, perché sarebbe ammettere limiti enormi nel cortile di casa. E le pressioni continuano. I comandi militari di quelle tre provincie hanno ricevuto i missili ipersonici DF-17, i primi con raggio in grado di raggiungere effettivamente il territorio di Taiwan (sono armamenti moderni, presentati con giubilo dal Partito). Insieme sono arrivate le batterie anti-aeree S-400: sviluppate dalla Almaz Central Design Bureau ed esportate da Rosoboronexport. La tecnologia made in Russia è all’avanguardia nel settore della difesa aerea.
Mosse o contromosse. Taiwan ha recentemente ricevuto il semaforo verde da Washington per la fornitura di artiglieria lanciarazzi Himars, missili terra-mare Harpoon e nuovi equipaggiamenti per jet — “Se concluso, la proposta di vendita di questi sistemi migliorerà la capacità difensiva di Taiwan” spiegano a VoA i funzionari del dipartimento di Stato.
Da tempo Pechino sta inoltre rafforzando il comparto Marines, e in estate si è parlato della possibilità che unità cinesi muovessero verso alcuni isolotti minori (e disabitati) dell’arcipelago sotto amministrazione di Taipei. Provocazioni e ancora pressioni, come tutti i passaggi di aerei armati di vario genere lungo lo Stretto di Taiwan, al limite dei cieli internazionali. Sull’isola la partita è complessa: a certe provocazioni gli Stati Uniti rispondono inviando i propri mezzi e pressando per il potenziamento delle Forze armate della Repubblica di Cina. Tempo fa si parlava anche della possibilità che gli Usa piazzassero delle unità militari in una base taiwanese: per Pechino sarebbe una provocazione da guerra, per Washington forse un coinvolgimento eccessivo.