È il più grande accordo mai raggiunto in tema di difesa tra Grecia e Israele. Vale 1,37 miliardi di euro e ruota intorno a dieci M-346, gli avanzati addestratori di Leonardo scelti da Atene. Tel Aviv li fornirà insieme a servizi ventennali per una scuola di volo. Ecco cosa significa per l’Italia
Il governo di Atene ha dato luce verde all’accordo con Israele per la fornitura di una scuola di volo. Sarà l’israeliana Elbit Systems a fornire servizi ventennali per 1,37 miliardi di euro, comprensivi di dieci velivoli M-346 realizzati dall’italiana Leonardo. Sull’intesa si sommano fattori politici, strategici e commerciali che interessano anche la Penisola e che confermano la centralità delle commesse militari nei rapporti internazionali.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
Tecnicamente si tratta di un via libera iniziale alla sottoscrizione di un accordo g2g (tra i due governi). Arriva dopo una competizione internazionale in cui l’offerta israeliana si sarebbe rivelata la migliore, e lascia ora il campo a ulteriori negoziazioni, alla firma ufficiale sull’intesa g2g e poi alla fase contrattuale. Di certo c’è che la Grecia ha scelto l’M-346, l’avanzato addestratore di Leonardo che ha in Israele il suo principale cliente estero (con trenta esemplari). Tra l’altro si tratta di un cliente molto esigente, e che opera abbondantemente il velivolo. Anche perché è l’addestratore che forma i piloti destinati ai caccia più avanzati, a partire dall’F-35, il jet che (notizia di ieri) Tel Aviv vorrebbe acquistare in altri 25 esemplari oltre ai 50 già previsti. Lo stesso può dirsi per la Grecia. A fine settembre, l’incontro ad Atene tra il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il primo ministro Kyriakos Mitsotakis avrebbe confermato una prima intesa per la fornitura di venti F-35.
L’INTESA
Da qui l’interesse greco per l’addestramento avanzato e per l’M-346, da inserire nel quadro di un potenziamento complessivo dell’intero strumento militare. Da anni Atene cerca una nuovo addestratore per la sua Aeronautica, e da tempo mostra interesse per il velivolo italiano, senza contare le attività congiunte con la Forze armata italiana. Nasce così la gara della Difesa greca, che ha trovato nell’offerta israeliana un pacchetto chiavi-in-mano. L’intesa comprende la creazione e l’operatività di una scuola di volo per l’Aeronautica ellenica da parte di Elbit Systems (su Calamata, nel Peloponneso), la fornitura di dieci M-346 realizzati da Leonardo, la manutenzione sui velivoli T-6, e la consegna di simulatori e supporto logistico. Nel complesso vale 1,37 miliardi di euro per vent’anni. Per il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz è “il più grande accordo di procurement in campo militare mai siglato tra i due Paesi”.
DIECI NUOVI 346?
Dopo i negoziati e la firma dell’accordo g2g ci sarà la parte contrattuale. Allora, con ogni probabilità, sarà ufficializzata anche la richiesta per ulteriori dieci M-346 da parte di Israele. Difficile infatti che, in un momento di potenziamento della forza aerea, l’Aeronautica israeliana voglia privarsi di un terzo dei trenta addestratori già acquisiti, tra l’altro con un tasso di operatività molto alto. La flotta “Lavi” (questo il nome dato da Israele al velivolo) ha raggiunto lo scorso giugno il record di 50mile sortite, a soli sei anni dalla prima consegna.
IL SIGNIFICATO PER L’ITALIA
Al centro dell’intesa tra Israele e Grecia c’è dunque il velivolo M-346 di Leonardo che continua a registrare grande interesse sul mercato internazionale (qui le prospettive per il Qatar). È la Difesa israeliana a ricordare che il velivolo per l’addestramento avanzato “è considerato di grande successo” e che è già impegnato presso la sua scuola di volo aeronautica. Il tutto in una fase di rafforzamento dei rapporti in campo militare tra Roma e Tel Aviv.
DA ROMA A TEL AVIV
A inizio dicembre il ministro Lorenzo Guerini ha incontrato in Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Benny Gantz, concordando con loro su “l’eccellente livello di cooperazione e auspicandone l’ulteriore rafforzamento”. Tra i temi ci potrebbe essere la nuova “piattaforma aerea multi-missione e multi-sensore” di cui le Forze armate italiane si vogliono dotare; entrato tra le novità del 2020 del Documento programmatico della Difesa, il programma per gli aerei spia è attualmente in discussione nelle Commissioni parlamentari per 1,2 miliardi fino al 2032. Il velivolo sarà basato sul Caew già in dotazione all’Aeronautica militare, frutto delle modifiche apportare sul G-550 dall’americana Gulfstream e dalla israeliana Elta Systems. Si guarda dunque ancora a Usa (con il via libera del dipartimento di Stato) e Israele.
ACCORDI RECENTI
A fine settembre il segretario generale della Difesa Nicolò Falsaperna ha firmato con il collega Amir Eshel un accordo per cui Israele acquista un pacchetto di addestramento da Leonardo (per dodici elicotteri AW119KX e due simulatori destinati alla Air Force Flight School), e l’Italia compra nuovi lotti di missili anticarro Spike prodotti da Rafael (già in dotazione a Esercito e Marina), nonché simulatori avanzati per alcuni modelli di elicotteri dell’Esercito, frutto della partnership tra Leonardo e Elbit Systems.
LA SCUOLA DI VOLO
Difficile dunque immaginare che l’intesa tra Israele e Grecia sia a discapito degli interessi italiani. Difficile anche ipotizzare che la scuola di volo di Calamata possa concorrere con il progetto italiano dell’International flight training school (Ifts). A leggere il comunicato di Elbit si parla anche nel caso greco di scuola “international”. Eppure, i dieci velivoli previsti non sembrano indicare ambizioni particolari oltre i confini nazionali. La Ifts italiana conterà inizialmente su 22 velivoli e altri che se ne potranno aggiungere a seconda delle esigenze; è inoltre immaginata come accademia, operativa dal prossimo anno, corredata da una serie di servizi aggiunti, tra cui uno spazio aereo riservato alla scuola. Riguarderà la quarta fase di addestramento (a Decimomannu), integrata nel caso italiano con la seconda e la terza (sulla base di Galatina). La Grecia si è sfilata dal progetto dell’Ifts e ha preferito una soluzione chiavi-in-mano, guardando per questo a Israele, ma mantenendo inalterato l’interesse per l’M-346, intorno a cui Tel Aviv ha costruito la sua proposta.
IL VALORE POLITICO
Resta infine da non sottovalutare il valore politico dell’intesa. Dopo i mesi turbolenti nel Mediterraneo orientale e i rischi di escalation con la Turchia, la Grecia ha ufficializzato da poche settimane il budget per la Difesa nel 2021: 5,5 miliardi di euro, cioè oltre il doppio di quanto stanziato nel 2020. Spiccano l’acquisto di 18 caccia Rafale dalla Francia (che è il Paese europeo ad aver mostrato più sostegno alla Grecia nelle dispute mediterranee) e la modernizzazione dei velivoli F-16 di Lockheed Martin, perché Atene ha grande interesse pure a mantenere solide relazioni con gli Stati Uniti, tanto che si registrano interessamenti per le navi da combattimento Lcs. Anche il consolidamento dei rapporti con Israele è da annoverare all’interno dell’impegno a rafforzare la postura anti-turca, a conferma di come le forniture militari consolidino le relazioni internazionali.