Ieri la prima telefonata ufficiale tra il ministro dell’Economia e il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, mentre infuria la battaglia politica intorno a Via XX Settembre. La sintonia c’è, ma l’ex europarlamentare può contare anche sul sostegno di Confindustria e dell’Europa. E, forse, dei mercati
Roberto Gualtieri uber alles. Attorno al professore di storia contemporanea che da dieci anni si occupa dei conti europei, e dal 2019 di quelli italiani, si è scatenata la battaglia nei giorni della caduta del Conte bis e dei tentativi per dar vita a un Conte Ter. C’è chi, come Matteo Renzi, proprio non lo digerisce al punto da chiederne la sostituzione, in quel di Via XX Settembre, per far posto, mormorano i cattivi, a Maria Elena Boschi o, più realisticamente, a Fabio Panetta.
Poi ci sono gli sponsor, a cominciare da quel Pd da cui Gualtieri proviene, mentre il M5S si tiene tutto sommato defilato. Fin qui la politica italiana. Poi ci sono altri supporter, di altra caratura e altro peso. Se non è vero e proprio sostegno, se non altro è stima, anche reciproca. Un esempio, Janet Yellen, l’ex governatrice della Fed che Joe Biden ha scelto per la guida del Tesoro (qui l’intervista all’economista americano, Dominick Salvatore) dunque dell’intera politica economica americana.
Ieri sera, Gualtieri e Yellen hanno avuto la loro prima telefonata dall’insediamento di Biden alla Casa Bianca. “Gualtieri ha espresso le più vive congratulazioni per la nomina e la conferma della Segretaria al Tesoro”, si legge nella nota del Mef, diffusa a tarda sera. E “Janet Yellen ha avuto parole di apprezzamento per l’agenda della presidenza italiana del G20, sottolineandone la forte sintonia con le priorità dell’amministrazione Biden”. I convenevoli sono di circostanza, ma l’asse in un certo senso c’è.
La stessa Yellen “ha auspicato di poter lavorare a stretto contatto con la presidenza italiana sulla risposta alla pandemia, il sostegno all’economia, il contrasto alle diseguaglianze e ai cambiamenti climatici, a partire dalla prima riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche Centrali del G20 che l’Italia presiederà il prossimo 26 febbraio. Nel corso della conversazione, entrambi i ministri hanno inoltre condiviso l’importanza di trovare una soluzione multilaterale al tema della tassazione digitale, che come ha osservato il Ministro Gualtieri, è tra le priorità della Presidenza italiana del G20”. C’è di più.
“Nel corso del colloquio, entrambi hanno constatato l’eccellente stato dei rapporti bilaterali. In particolare Gualtieri ha espresso piena condivisione degli indirizzi di politica economica indicati dall’amministrazione Biden sottolineando l’importanza dello slancio impresso al multilateralismo e a un rinnovato rapporto con l’Unione europea”.
Ma ci sono altri sostenitori di Gualtieri al Mef. Per esempio, Carlo Bonomi. Il presidente di Confindustria, che spesso e volentieri è entrato in collisione con il governo Conte (recente la semi-bocciatura del Recovery Plan), domenica ha pronunciato un forte endorsement al ministro dem. “Credo che alcune persone del governo debbano essere mantenute, faccio riferimento al ministro dell’Economia. Non ci possiamo permettere cambianti in corsa, serve stabilità. Ricordiamoci che quel che portiamo a casa con il Recovery è merito suo”.
C’è anche l’Europa, infine. Il linguaggio è meno plateale, diretto, ma il messaggio c’è. Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, pochi giorni fa si è sentito con Gualtieri, il quale ha parlato di “proficuo scambio di vedute su disegno e gestione del Recovery plan e sul coordinamento delle misure anti-Covid”. A settembre, poi, erano stati veri e propri elogi per il “il modo esemplare” con cui Gualtieri ha rappresentato gli interessi dell’Italia nel dibattito sulla riforma del Mes. Donohoe era appena diventato presidente dell’Eurogruppo.
Piccola annotazione. Chissà che Gualtieri non piaccia anche ai mercati: oggi lo spread è a 112 punti base, il minimo dall’apertura della crisi di governo. E Gualtieri è ancora al Tesoro.