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Il gas russo non passerà (forse). Così la Germania ripensa il Nord Stream 2

Dopo il pressing Usa, il Bundestag pensa a un piano B per il Nord Stream 2. Cdu per la moratoria, Spd per un funzionamento subordinato alla situazione politica in Russia

Le forti pressioni statunitensi sulla Germania, strettamente correlate alle recenti tensioni in Ucraina, sembrano dare i primi frutti. Come racconta il quotidiano Die Welt, nella maggioranza al Bundestag si sta diffondendo la convinzione che sia necessario un piano B per il gasdotto Nord Stream 2, in fase di completamento tra Germania e Russia attraverso il Mar Baltico.

LA CDU PROPONE UNA MORATORIA

Secondo il giornale, diversi deputati dell’Unione cristiano-democratica, il partito della cancelliera Angela Merkel, sono favorevoli a una moratoria. “Abbiamo bisogno di una soluzione che salvi la faccia a tutte le parti, una moratoria potrebbe essere una”, ha affermato il deputato Roderich Kiesewetter. L’esponente della Cdu che presiede il corrispettivo tedesco dell’italiano Copasir, ha spiegato che la moratoria rappresenterebbe “un segnale per il governo russo” che la Germania “non accetterà semplicemente così come l’incarcerazione di Alexei Navalny”, le azioni di Mosca in Ucraina orientale o l’annessione della Crimea.

Tuttavia, per Kiesewetter, “è chiaro che una simile moratoria non sarebbe gratuita, le conseguenze sarebbero sanzioni contrattuali di cui dovrebbe essere responsabile il governo federale”. Un’alternativa sarebbe completare il Nord Stream 2, ma “non ricevere gas russo fino a quando le questioni aperte di politica estera non saranno state risolte, in altre parole una sorta di meccanismo di chiusura”. In questo modo, ha proseguito Kieswetter, il governo federale “non si troverebbe di fronte a elevate richieste di risarcimento danni, che sarebbero inevitabilmente minacciate in caso di moratoria”. La Germania potrebbe, a ogni modo, invocare la normativa sulle sanzioni contro la Russia, impedendo alle aziende di presentare richieste di risarcimento.

LA SOLUZIONE DEI SOCIALDEMOCRATICI

Nel Partito socialdemocratico, invece, si valuta di collegare il funzionamento dell’infrastruttura alle condizioni politiche in Russia. Il deputato Nils Schmid ha dichiarato di non vedere come il Nord Stream 2 possa essere fermato ora, “così vicino al completamento”. Tuttavia, “sarebbe possibile subordinare il funzionamento” del gasdotto a “determinate condizioni”, di cui “dovremmo parlare”. Secondo l’esponente socialdemocratico, la Germania dovrebbe sondare prima le intenzioni del governo degli Stati Uniti e giungere a un accordo sull’opportunità o meno di “sfruttare la politica energetica come strumento di sanzione contro la Russia”.

Al riguardo, Schmid si è chiesto quali possano essere gli obiettivi di un “rallentamento” del Nord Stream 2, se il rilascio di Navalny o il ritiro della Russia da Donbass e Crimea. Per il deputato della Spd, “concentrarsi ora sul solo Nord Stream per fare pressione sul Cremlino probabilmente non è molto efficace e non è onesto” da parte degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, infatti, “acquistano allo stesso tempo grandi quantità di petrolio dalla Russia”.

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