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L’Italia invia 1,5 milioni di vaccini anti-Covid in Tunisia

Vaccini in Tunisia. Il dono dell’Italia per aiutare subito i cittadini in difficoltà (come chiedeva l’appello di Formiche.net)

Nel pomeriggio di domenica 1 agosto, 1,5 milioni di dosi di vaccino anti-Covid sono arrivate in Tunisia. A inviarle è stata l’Italia: l’ambasciatore Lorenzo Fanara era presente insieme al presidente tunisino, Kais Saied, durante le fasi di scarico del cargo che le ha trasportate.

Formiche.net accoglie con estrema soddisfazione la scelta del governo italiano: il dono dei vaccini —unico metodo scientificamente riconosciuto per bloccare la pandemia — era stato infatti indicato in un appello pubblicato da questo sito come forma di azione politica diretta per dare assistenza a Tunisi in questa fase critica.

In Tunisia, così come in altri paesi del Nordafrica, la pandemia sta esplodendo, mentre mancano non solo i vaccini ma anche i materiali sanitari per la gestione dei casi più critici. Inoltre manca il personale medico. Le nazioni europee e del Golfo, i tunisini all’estero e cittadini comuni hanno organizzato donazioni di attrezzature e vaccini che ora stanno aiutando a combattere l’epidemia del paese. Venerdì un milione di dosi di vaccino Moderna sono arrivate dagli Stati Uniti e altrettanto arrivati dalla Francia. La Tunisia aveva l’obiettivo di arrivare a 5 milioni di dosi raccolto entro il mese di agosto: obiettivo praticamente raggiunto grazie a l’ultimo invio italiano.

Allo stesso tempo, a Tunisi il presidente Saied ha disposto la deposizione del governo, la sospensione delle attività parlamentari per trenta giorni è il coprifuoco. Una decisione molto preoccupante che mette in difficoltà la fragile democrazia tunisina. Scelta anche connessa al dilagare dell’epidemia da coronavirus.

“È passato più di un anno, riunione dopo riunione, eppure le persone vengono ricoverate in ospedale e muoiono a centinaia ogni giorno”, ha detto Saied ai giornalisti presenti all’arrivo dei vaccini italiani. Il presidente critica il governo che ha cacciato accusandolo di inefficienza e corruzione. Tra le decisioni prese in questa fase di sospensione della democrazia c’è anche l’istituzione di un’unità di crisi anti-Covid, che sarà supervisionata da un funzionario militare di alto livello.



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