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La Libia deve votare. La spinta internazionale alla legge elettorale

Il voto libico a una svolta: la legge elettorale è nelle mani dell’Onu e arriva il sostegno di Roma, Parigi, Berlino, Londra e Washington. La Comunità internazionale chiede di non intralciare il percorso verso le urne

L’Italia con Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti ha firmato una dichiarazione per sostenere il percorso di stabilizzazione libico arrivato a un potenziale punto di svolta con la bozza di legge elettorale istruita dal presidente della Camera dei Rappresentanti. Il documento preparato da Agila Saleh, presidente del parlamento HoR, è già in mano all’Onu, che sta guidando il percorso politico-diplomatico per ricostruire la Libia. Percorso che passa dal lavoro del Governo di unità nazionale (Gnu) di Abdelhamid Dabaiba, eletto premier con l’incarico ad interim (dal Foro di dialogo politico promosso dalle Nazioni Unite) finalizzato proprio al raggiungimento del momento elettorale presidenziale e parlamentare.

Le ambasciate di quei cinque Paesi sposano l’iniziativa dando sostegno alle attività dell’inviato speciale dell’Onu, Jan Kubiš, che ha ricevuto la bozza di legge di Saleh — definita un “essential step”. “Tutti gli attori dovrebbero riconoscere che ora è il momento di impegnarsi e finalizzare il quadro elettorale, tenendo conto di tutte le legittime preoccupazioni del popolo libico”, scrivono, e procedere alle elezioni entro il 24 dicembre come previsto dalle iniziative del Forum. “Rimaniamo impegnati, inoltre, per la piena, equa e significativa partecipazione delle donne alle elezioni libiche, come elettori, candidati e decisori nel processo politico”, precisa lo statement.

“Chiediamo il pieno rispetto da parte di tutti gli attori delle sanzioni dell’UNSC (il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ndr), anche attraverso misure nazionali di attuazione contro coloro che violano l’embargo sulle armi dell’UNSC o il cessate il fuoco, minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della Libia o ostacolano o minano il completamento con successo della sua transizione politica, comprese quelle che minano le elezioni previste nella tabella di marcia della LPDF (il Forum di dialogo politico libico, ndr)”.

Il concretizzarsi del percorso elettorale ha mosso già le prime dinamiche all’interno della Libia. Se da una parte alcuni attori politici centrali come l’ex vicepresidente Ahmed Maiteeg muovono le prime carte per partecipare alla corsa per la presidenza, dall’altra si verificano i primi disordini. A Zawiyah, a Ovest di Tripoli, ci sono stati scontri tra milizie — il primo conflitto locale aperto che è direttamente correlato alla competizione per le elezioni. Si tratta di regolamenti di conti, fatti minori ma connessi anche alla costruzione di candidature parlamentari di figure collegate al potere locale.



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