I cieli ucraini diventano il principale teatro di battaglia e non solo militare. In vista un accordo Usa-Polonia per fornire caccia a Kiev. Il punto di Emanuele Rossi
Non era mai successo in epoca recente che un Paese perdesse contemporaneamente 10 velivoli da guerra in uno stesso giorno, ma pare che ieri — sabato 5 marzo — dai cieli ucraini la Russia abbia visto precipitare 5 aerei (un Su30, due Su34 e due Su25) e 4 elicotteri (due Mi24/35 e due Mi8), più un drone. I dati sembrano affidabili, ossia verificati da terzi (d’altronde ci sono tantissime informazioni in circolazione e in questo conflitto l’Osint diventa relativamente semplice) e non solo diffusi da Kiev — che spesso esagera sulle perdite russe e sui propri successi in modo da poter usare tutto per alzare l’umore di soldati e cittadini ucraini. Tuttavia anche fossero la metà sarebbero comunque tanti.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha detto sabato che una eventuale no-fly-zone sull’Ucraina sarebbe un atto di guerra e qualsisia attore terzo coinvolto ne pagherebbe le conseguenze. La Nato — l’eventuale “attore terzo” su cui Kiev ha avanzato la proposta — ha già detto che non è in discussione, se le condizioni in campo resteranno queste. Ma al Cremlino in difficoltà serve spingere la propaganda. Stando ai dati, se confermati, fa notare un esperto di dinamiche militari e affini come Guido Olimpio del CorSera che “Putin la no fly zone se l’è già procurata da solo”.
Rob Lee, un ricercatore accademico del King’s College di Londra citato da tutti i principali media internazionali in questi giorni perché sta riflettendo su ogni singola evoluzione, sostiene che l’incapacità dell’esercito russo di distruggere l’aviazione ucraina e le difese aeree di Kiev all’inizio dell’invasione sta diventando un serio ostacolo a questo punto. Sarà probabilmente considerato uno degli errori chiave di questa guerra.
Peggio potrebbe venire. Gli Stati Uniti stanno lavorando con la Polonia su un accordo per fornire all’Ucraina dei jet da combattimento polacchi, mentre Kiev aumenta la pressione sull’Occidente per aumentare le capacità della sua forza aerea in modo da poter respingere gli attacchi russi. Sabato 5 marzo il segretario di Stato Anthony Blinken si è mostrato al confine polacco col suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, e molto probabilmente hanno parlato anche di questo dopo che il presidente Volodymyr Zelensky aveva fatto una richiesta (usando i soliti, efficaci toni comunicativi molto emozionali) direttamente al Congresso: se non fate la no-fly-zone, allora forniteci in qualche modo gli aerei.
Secondo il Financial Times, l’accordo prevedrebbe che l’Ucraina riceva aerei da guerra di fabbricazione russa dalla Polonia (Mig29 Fulcrum, che tra l’altro hanno recentemente avuto degli aggiornamenti e anche se vecchietti restano dei buoni assetti, in più i piloti ucraini li sanno usare), mentre Varsavia a sua volta riceverebbe degli F-16 dagli Stati Uniti. Il problema è tecnico-politico, come spiegato su queste colonne da Gabriele Carrer riguardo a forniture simili approvate dall’Ue — dovrebbero coinvolgere anche Bulgaria e Slovacchia, ma ancora non sono operative. Come trasferire gli aerei in Ucraina evitando che finiscano colpiti dalla Russia e dunque aprendo a scenari tetri (visto che la Polonia è membro Nato e viste le rinnovate minacce di Putin sulla spazio aereo ucraino)?
Politico spiega chiaramente che la questione dell’invio di aerei nel campo di battaglia è ben più complessa delle attività in corso (che coinvolgono 22 Paesi) per inviare armi difensive anti-carro e anti-aria all’Ucraina. La preoccupazione è che Putin possa leggere questo sostegno come un’escalation e usarlo a proprio vantaggio narrativo — ossia insistere sulla legittimità di azione stante al fatto che la Nato sta minacciando la Russia — e tanto peggio considerare altre azioni aggressive che complicherebbero clamorosamente il quadro.
Aumentare gli assetti aerei serve all’Ucraina per due ragioni. La prima riguarda la capacità di difesa, perché i missili portatili come gli Stinger che gli vengono forniti hanno gittata limitata e funzionano bene contro velivoli a bassa quota. I Mig29 potrebbero essere usati invece come intercettori o per superiorità aerea. La seconda è offensiva, perché i caccia polacchi potrebbero avere anche configurazione per bombardamenti da rendere ancora più complicata la campagna di Putin da terra.