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La Nasa rimette in pista Blue Origin. Direzione Luna

La Nasa è tornata sui suoi passi aprendo una gara per lo sviluppo di un secondo lander in vista delle missioni lunari Artemis. Con questa decisione torna in gara Blue Origin che già aveva tentato, senza successo, di inserirsi nel programma spaziale. Dietro la scelta, ci sarebbe la spinta del Congresso per favorire la concorrenza e garantire un “piano B” alla missione

La Nasa apre alla competizione per un secondo lander lunare in vista delle missioni Artemis. Seguendo le pressioni arrivate persino dal Congresso, infatti, l’agenzia spaziale a stelle e strisce ha stanziato una nuova gara dopo che la prima era stata vinta dalla SpaceX di Elon Musk. Ora, l’amministrazione spaziale dovrà valutare le proposte per un secondo operatore che sviluppi il mezzo con cui gli astronauti dovranno rimettere piede sul nostro satellite naturale entro il decennio. La scelta di optare per un solo lander seguiva principalmente motivi di budget. Dopo che SpaceX si era aggiudicato il premio, erano arrivate immediate le contestazioni di Blue Origin di Jeff Bezos, che attraverso una serie di cause legali aveva tentato, senza successo, di inserirsi nel programma. Ora Bezos ha una seconda possibilità.

Il nuovo bando

Il contratto da stipulare con la Nasa prevede la progettazione del velivolo sul quale “il prossimo uomo e la prima donna” potranno raggiungere la superficie della Luna una volta arrivati nella sua orbita. Il programma prevede la realizzazione di due lander lunari; uno di prova senza esseri umani a bordo e un altro per l’allunaggio vero e proprio degli astronauti. Ad aprile, l’agenzia spaziale Usa aveva accantonato il sistema di atterraggio Blue Moon, dal costo di 5,9 miliardi di dollari, preferendogli il progetto da 2,9 miliardi della rivale SpaceX. Dopo la decisione della Nasa, la SpaceX ha già ricevuto 439 milioni di dollari per cominciare il lavoro. Ora, con l’apertura alla concorrenza, la società di Bezos è subito tornata in gara.

Un progetto “di riserva”

La competizione avviata dalla Nasa si chiama Sustaining lunar development, e già dal titolo si pone come una sorta di “riserva” del progetto originale. Lo scopo del programma, infatti, è quello di garantire che ci siano almeno due aziende che possono competere per i successivi contratti di servizi per le missioni di atterraggio Artemis, in modo da garantirsi un “back up” in caso di ritardi o fallimenti di uno dei due progetti. Il progetto dovrà includere sia un modulo dimostrativo senza equipaggio che uno con equipaggio, proprio come il contratto vinto da SpaceX.

Questioni di budget

In un primo momento la Nasa sembrava intenzionata a scegliere almeno due società per la realizzazione del lander, una strategia impiegata già in precedenza per creare delle ridondanze nel caso di fallimenti o ritardi da parte di una delle due compagnie. La scelta di ridurre la selezione a una sola società è stata dettata dal fatto che il Congresso ha finanziato appena un quarto di quanto richiesto dalla Nasa per il programma. La decisione della Nasa era anche stata giudicata legittima da parte del Government accountability office (Gao), l’agenzia indipendente che sorveglia sulle spese decise dal governo federale, che a luglio del 2021 respinse il primo ricorso della Blue Origin.

I nuovi finanziamenti

“Ho promesso la concorrenza, ed eccola qui”, ha commentato l’amministratore della Nasa, Bill Nelson. La scelta della Nasa di aprire una seconda competizione arriverebbe anche dalle pressioni ricevute dal Campidoglio per garantire la concorrenza di mercato. La Nasa, tra l’altro, ha ricevuto nell’anno fiscale passato appena un quarto dei circa tre miliardi e mezzo di euro richiesti. Quest’anno, invece, il programma ha ricevuto il finanziamento completo. Il Congresso ha stanziato più di un miliardo di dollari per lo sviluppo del lander lunare compatibile con il veicolo spaziale Starship di SpaceX. Nel complesso, le due Camere hanno aumentato di circa 250 milioni di dollari le rispettive previsioni di spesa per il programma.



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