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Guerra, energia e Orban. La riunione Ppe a Roma vista da Gallone (FI)

La senatrice azzurra a margine dell’incontro dei popolari europei: “Dobbiamo muoverci nell’ottica dell’autonomia energetica, altrimenti saremo sempre sudditi”. Sul rapporto Berlusconi-Putin: “L’amicizia c’è stata. Berlusconi non è cambiato, Putin sì”. E su Draghi: “Appoggio semi-incondizionato. La casa non si tocca”

Silvio Berlusconi torna sulla scena. E lo fa in una due giorni nei quali saranno radunati gli interlocutori a cui, per eccellenza, Forza Italia fa riferimento. Oggi all’hotel Parco dei Principi, il primo confronto con le categorie produttive per fare il punto su crisi in Ucraina, approvvigionamenti energetici e riflessi della pandemia. Domani, invece, nel pomeriggio è prevista la conclusione con l’intervento del presidente di Forza Italia. Un modo per “presidiare l’area dei moderati”. Senza la quale, ne è sempre stato convinto il Cav, “non si va da nessuna parte”. Le intenzioni di Berlusconi sono quelle di serrare i ranghi oltre confine. Non a caso sono previsti, sempre domani, gli interventi del segretario del Ppe Antonio Lopez e della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Anche perché malgrado “i rapporti con i partner della coalizione siano più che ottimi”, la vittoria di Viktor Orban in Ungheria “francamente ci preoccupa un po’”. A dirlo è la senatrice azzurra Maria Alessandra Gallone, fedelissima del Cav e vicina alla capogruppo a Palazzo Madama Anna Maria Bernini.

Gallone, il segretario del Carroccio Salvini e Giorgia Meloni hanno salutato con grande favore la vittoria di Orban. 

Se la pensassimo tutti allo stesso modo non saremo una coalizione, bensì un partito unico. Ma la differenza di vedute su alcuni temi non è una debolezza, ma il segno che il centrodestra rappresenta una pluralità di punti di vista.

Cosa vi inquieta della vittoria di Orban?

A nostro giudizio, specie in un momento storico come questo, in Europa servirebbero leader più equilibrati e che creassero meno attriti. Ed è per questo che la presenza di partiti come Forza Italia è fondamentale non solo in Italia, ma anche all’estero. Noi siamo garanzia di equilibrio.

Al centro della due giorni all’hotel Parco dei Principi, ci sono diverse questioni che, a seguito del conflitto, si stanno rivelando sempre più stringenti. Prima fra tutte, la problematica dell’approvvigionamento energetico. Qual è la vostra posizione?

Partiamo da un dato oggettivo. Per troppi anni a questo Paese è mancato un piano energetico nazionale degno di questo nome. Questa mancanza ha generato la totale dipendenza italiana da forniture estere. È tempo di invertire la rotta. Dobbiamo muoverci nell’ottica dell’autonomia energetica, altrimenti saremo sempre ‘sudditi’.

In che modo?

Ripristinando le trivellazioni, le centrali a carbone e i rigassificatori. Ma non ci fermiamo neanche sul nucleare pulito: serve riattivare le nostre centrali e realizzarne di nuove, impiegando i reattori di ultima generazione a fusione.

Voi preferite il condizionatore o la pace?

La pace, prima di tutto.

Dunque è favorevole a interrompere le forniture dalla Russia?

È un rischio. Credo che interrompere tutte le forniture di punto in bianco potrebbe provocare effetti tutt’altro che positivi, specie alle nostre imprese. Proviamo comunque a minacciarla. Ma il problema resta. Credo che si debba sempre più ragionare nell’ottica di individuare altri fornitori, a partire dall’Algeria.

Alcuni denunciano un sostanziale silenzio di Berlusconi sulle aberrazioni di Putin, in nome di una vecchia amicizia. 

L’amicizia, in tempi passati, c’è stata. Ma era tra due persone diverse. O meglio, Berlusconi è sempre rimasto uguale, Putin è cambiato.

Argomentazione un po’ debole. 

Tutt’altro. Berlusconi, con Putin, aveva tentato un’operazione di grande lungimiranza: portare la Russia verso l’Occidente e non abbandonarla ad altri. Purtroppo, è stata un’occasione persa.

Sulla delega fiscale e sulla riforma del Catasto, la Lega è piuttosto titubante verso l’indirizzo preso dal governo. Forza Italia conferma l’appoggio a Draghi?

È una fiducia semi-incondizionata. La priorità, per noi, è che non si mettano le mani in tasca agli italiani. La casa, non si tocca.

 

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