Skip to main content

Non solo energia. Italia e Algeria cercano dialogo strategico

Di Emanuele Rossi e Massimiliano Boccolini

Algeria e Italia stanno costruendo una relazione più profonda, principalmente sul piano economico (dove il commercio del gas è predominante), ma allargata anche a dossier politici e strategici come quello della stabilizzazione in Libia e della sicurezza della regione del Mediterraneo meridionale. Temi sul tavolo della visita italiana del presidente algerino Tebboune

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato molto chiaro sulla dimensione dei legami tra l’Italia e l’Africa intervenendo alla Giornata dell’Africa organizzata mercoledì 25 maggio alla Farnesina. La volontà di approfondire le relazioni si basa su aspetti di natura geopolitica, questioni culturali, e ovviamente sul quadro economico/commerciale. E qui il mondo dell’energia gioca un ruolo centrale – ora che l’Europa, e quindi l’Italia, intendono affrancarsi dalla dipendenza russa, divenuta inaccettabile dopo l’invasione ucraina.

Alla luce di tutto questo, l’Algeria acquista un ruolo decisivo. L’allargamento dell’accordo energetico per le forniture di gas ha un valore altamente strategico per l’Italia ed è un elemento di approfondimento dei rapporti.

La visita di oggi del presidente Abdelmadjid Tebboune segna questo momento. E d’altra parte basta guardare agli appuntamenti. Non solo Palazzo Chigi, per vedere il premier Mario Draghi, e il Quirinale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma Tebboune sarà anche a Napoli, replicando così il modello del viaggio di Mattarella in Algeria, che aveva previsto due tappe; una ad Algeri, la capitale e il porto più importante del Paese; l’altra ad Annaba, l’antica Hippo Regius, e un importante polo industriale.

Questa visita giunge in una circostanza eccezionale, sia per le dinamiche prodotte dalla guerra russa in Ucraina, con le ripercussioni sulla sicurezza e sull’energia in Europa, sia a livello di ciò che accade nella sponda meridionale del Mediterraneo, fa notare Toufik Bouqaida, professore di Scienze politiche all’Università di Algeri.

“L’Algeria sta attraversando turbolenze politiche e di sicurezza e molteplici crisi economiche”, commenta con Formiche.net Bouqaida, “e le due parti stanno cercando di rafforzare queste relazioni ad alti livelli di intensità commerciale e di investimento, e questa visita sarà coronata da contratti che saranno un punto di partenza”.

“Tuttavia – continua – mi auguro che i rapporti italo-algerini non rimangano confinati alle dichiarazioni dei funzionari davanti alle telecamere e alle visite reciproche come è stato in passato”.

Quello che spera l’Algeria in questo momento è un nuovo rapporto pragmatico con l’Europa, basato sul reciproco interesse, che possa spingere trasformazioni innanzitutto nella sfera economica. Nella costruzione di questa relazione – che adesso ha come forza dinamizzante la necessità per Paesi come l’Italia o la Spagna di acquistare Gnl algerino con cui sostituire quello russo – Algeri tiene comunque in piedi un contatto con Mosca, come dimostra la recente visita del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Oltre al legame economico, c’è anche un allineamento su dossier terzi: Italia e Algeria guardano per esempio con lenti simili la crisi libica e la necessità di tenere le elezioni presidenziali. Roma ha lavorato per coinvolgere questi Paesi nel processo di stabilizzazione della Libia, una necessità espressa su queste colonne anche dall’ambasciatore Pasquale Ferrara – prima ad Algeri, poi delegato speciale per la Libia e attualmente direttore generale della Farnesina.

Secondo Ali Qureshi, giornalista specializzato in affari economici per il canale di notizie algerino Echorouk, il riavvicinamento italo-algerino sta accelerando sul piano economico, ma è destinato ad allargarsi. “Si stanno rafforzando legami di amicizia, cooperazione e dialogo politico strategico”, spiega a Formiche.net.

“L’obiettivo principale algerino con la visita presidenziale, e di una folta delegazione ministeriale, è comunque quello di provare ad attirare più investimenti italiani, anche sulla base del fatto che in Algeria sono attive 200 imprese italiane in diversi settori, dalle opere pubbliche e all’industria”, aggiunge Qureshi. È plausibile pensare che ci si trovi davanti all’apertura di nuovi canali – tecnicamente favoriti anche dalla nuova legge sugli investimenti algerina.

Vale la pena ricordare che l’Algeria è il primo partner economico della regione nordafricana per l’Italia, e ciò che ha contribuito a rafforzare questa interdipendenza è il mondo del gas, dove l’Algeria è il secondo fornitore italiano. Il primo è la Russia, da cui Roma progetta di sganciarsi nei prossimi anni, e questo farà scattare in avanti l’Algeria, che ha già raggiunto un nuovo accordo di fornitura con l’Italia.

“L’Algeria, che ha compiuto notevoli passi avanti nel campo dell’economia della conoscenza, inoltre non vede l’ora di beneficiare dell’esperienza italiana nei settori delle piccole e medie imprese, della cantieristica navale e dell’industria farmaceutica. Il presidente algerino ha incaricato alcuni mesi fa una delegazione governativa in visita in Italia di studiare l’esperienza delle imprese emergenti e delle piccole imprese italiane per poterla riprodurre in Algeria”, aggiunge Qureshi.



×

Iscriviti alla newsletter